Nel corso degli anni 90, periodo che personalmente identifico come il preludio alla diffusione di massa dell’informatica, è nata un’interessante tipologia di applicazioni chiamata “enciclopedia multimediale”. Sono certo che moltissimi di voi avranno avuto a che fare con i vari Omnia ed Encarta: ogni anno usciva una nuova versione con un maggior numero di lemmi, immagini, fotografie e contenuti multimediali in generale.
Già in quell’occasione furono ben evidenti le potenzialità di un’organizzazione dei contenuti non basata semplicemente su un indice, ma su collegamenti ipertestuali che coinvolgevano non solo testo, ma tutto il materiale disponibile sui CD-ROM prima e sui DVD dopo. Non è un caso che sempre nello stesso periodo nacque il concetto di “ipermedia” proprio per porre l’accento sulla natura non strettamente testuale delle informazioni legate tra loro.
Marzo 2009, Microsoft annuncia ufficialmente che il suo progetto Encarta, una delle principali enciclopedie multimediali, volge al termine sia nella versione online, che in quella su supporto ottico. L’azienda di Redmond ha giustificato questa sua decisione imputandola alle differenti modalità con cui le persone oggi ricercano le informazioni, oltre naturalmente alla concorrenza subita da iniziative come Wikipedia che meglio abbracciano lo spirito collaborativo del web 2.0.
Dalla nascita e dal declino di questa forma di diffusione della cultura vorrei lanciarmi in alcune riflessioni legate all’evoluzione che hanno subito le enciclopedie nel corso degli ultimi 10-15 anni ed al loro futuro.
Con l’avvento del CD-ROM, un supporto che consentiva di immagazzinare un’enorme, per l’epoca, quantità di dati, il passaggio dal supporto cartaceo a quello digitale non rappresentò di fatto una grande innovazione di contenuto, bensì di vettore. In altri termini: sui CD-ROM trovavamo bene o male i lemmi della versione cartacea, al più arricchiti con fotografie in alta risoluzione e video, ma l’approccio editoriale era il medesimo.
Oggi, nell’epoca della multimedialità sempre più portatile, accessibile e in alta definizione, che futuro possiamo immaginare per le care vecchie enciclopedie multimediali?
Il passaggio dal supporto fisico alla consultazione online è stato il primo traguardo. Aggiungiamo a questo fattore il dilagante fenomeno della connessione internet always on ed otteniamo molteplici possibilità di divulgazione tra le quali vorrei soffermarmi sugli eBook ed il web.
Personalmente non vedo un grande futuro nell’eBook come formato per le enciclopedie. Benché, infatti, ritenga che possa esserci un qualche vantaggio, soprattutto in termini di concentrazione, nella linearità con cui gli eBook presentano i contenuti, sono di fatto innegabili i vantaggi di una consultazione di tipo ipertestuale al punto che, come detto in precedenza, già le vecchie enciclopedie su CD-ROM ne fornivano un pallido supporto.
Naturalmente gli eBook supportano i collegamenti di tipo ipertestuale, ma questa caratteristica non è al centro della loro fruizione essendo nati con l’obiettivo di emulare su schermo la lettura di un libro.
Ciò che reputo più credibile è la diffusione di un approccio maggiormente web centrico che, ad oggi, è letteralmente detenuto da Wikipedia. Con la diffusione di dispositivi mobile sempre più evoluti è molto probabile che la divulgazione delle enciclopedie venga affidata al web sia sottoforma di siti internet, che di applicazioni mobile che hanno l’obiettivo di mostrare su schermi di piccole dimensioni contenuti difficilmente fruibili dai classici portali internet. Chi possiede un iPhone o uno smartphone Android già conosce applicazioni come Wapedia e Wikipanion che assolvono al compito appena descritto.
E cosa possono fare coloro che vogliono usufruire dei potenti mezzi tecnologici per consultare qualcosa di diverso da Wikipedia? Per questi che potrei ironicamente definire audaci e retrogradi cercatori di conoscenza esistono alternative come ad esempio il portale Treccani o la Garzantina Universale disponibile per iPhone.
In realtà quest’ultimo quesito evidenzia un altro grande problema da cui non si può prescindere quando si parla di Wikipedia: l’attendibilità e l’autorevolezza dei contenuti, una problematica che in parte è stata già sviscerata dal buon Alessio in un altro post e di cui sono certo discuteremo ulteriormente in futuro.