Durante l’ultima lezione del corso di fotografia che seguo c’è stato un connubio di circostanze che mi ha fatto scattare la classica scintilla. E’ doveroso che ve ne parli. Quella che vedete è una foto abbastanza famosa di Arno Rafael Minkkinen, fotografo finlandese nato nel 1945 e tutt’ora in attività, famoso per i suoi bianchi e neri in cui confonde il suo stesso corpo con la natura senza uso alcuno di fotoritocchi digitali o doppie esposizioni analogiche o trucchi di stampaggio. Gli altri due elementi della serata sono stati una discussione sulla tecnologia e sui computer e una sulla creatività degli autori e sulla ricerca dei soggetti. E da qui l’associazione mentale che mi ha portato al titolo di questo post. Esiste un limite alla creatività dettato dalla tecnologia?
Intendo dire se il progresso tecnologico, oltre a facilitare per certi versi lo sviluppo mentale o l’ingresso di un numero sempre maggiore di persone nei campi artistici (comunque la pensiate io trovo che più macchine fotografiche si vendono più è statisticamente probabile che esca fuori un talento), limiti per altri la vena creativa degli artisti stessi.
Senza nulla togliere a nessuno, è abbastanza facilmente verificabile che la maggior parte delle immagini scattate nel mondo sono forme di ricordo e di cattura del momento particolare, specialmente legato a eventi personali. Queste foto non ci interessano e ci soffermiamo sulle foto scattate con velleità artistiche, che comunque ripeto, grazie al digitale sono in numero sempre maggiore: una persona che vuole fare una foto “artistica” quasi certamente cercherà di tendere all’originalità e non si accontenterà di riproporre una sua versione di una foto famosa. A meno di esperimenti voluti o foto di cronaca nessuno si sognerebbe di scattare una foto come quella del soldato di Capa o la pausa pranzo sul Rockfeller Center di Bettmann.
Cosa succederà quando i computer saranno definitivamente in grado di catalogare le immagini semanticamente? Dico definitivamente perché qualche esperimento c’è già, basta guardare gli esperimenti di Google (mostra solo immagini di FACCE con chiave PARIS) o il sistema RetrievR che consente di cercare immagini disegnando il soggetto o ancora Polar Rose o Xcavator. Cosa succederà quando appena avuta un’idea geniale per una foto mi basterà scrivere “foto in bianco e nero di braccia incrociate che sbucano dalla neve” per smontarmi l’entusiamo? O quando tornato a casa con uno scatto che reputo splendido, lo darò in pasto a un motore che mi tirerà fuori altre 5 immagini dello stesso soggetto fatte dalla medesima angolatura e all’incirca con gli stessi colori?
Che ne pensate?