E così Pordenone si è conquistata i suoi quindici minuti di popolarità. Pare che orde di internettofili stiano facendo richiesta di cambio di residenza per trasferirsi nella città che entro il 2008 offrirà copertura wifi gratis su tutto il territorio comunale.
Superato anche l’ostacolo dell’attuale legislazione italiana, che prevede l’identificazione obbligatoria di chi utilizza una connessione ad Internet, tramite un documento di riconoscimento, vietando di fatto l’utilizzo di connessioni wifi non protette.
La soluzione è stata individuata grazie all’utilizzo della Carta Regionale dei Servizi, ovviamente rilasciata a seguito della identificazione dell’intestatario, e che fornisce anche un codice di accesso alla Rete.
I fondi sono stati reperiti grazie ai finanziamenti regionali per la riduzione del digital divide.
Esulta gran parte del mondo di Internet, nonostante qualcuno avanzi delle obiezioni anche su questa iniziativa, giudicandola uno spreco di risorse, quasi un’imposizione nei confronti di chi non usa Internet.
Proviamo a guardare un pochettino oltre, per piacere, non possiamo ritenere che siano servizi pubblici solo quelli che vengono utilizzati da tutti. Non può essere questo l’unico criterio. Ci sono alcuni servizi, che è bene che siano pubblici perché sono in grado di offrire eguali condizioni di partenza a tutti.
Pensiamo ad esempio alle infrastrutture di un Paese, non tutti le adoperano con la stessa frequenza ed intensità, ma sono un bene di tutti, e per tutti, perché di quelle infrastruttura se ne giova, se funzionano, tutta la nazione.
La disponibilità di una connessione ad Internet in tutte le case, abbinata ovviamente alla presenza di un computer, obiettivo a cui peraltro siamo abbastanza vicini, è un bene per la crescita del livello culturale e di consapevolezza dell’Italia.
Se in passato un media elementare, per non dire sciocco, come la Televisione, ha contribuito alla formazione di uno spirito di identità nazionale, grazie alla diffusione della conoscenza della lingua italiana, cosa potrebbe succedere grazie alla possibilità di interagire online, scoprire, apprendere, comunicare, come prima non è mai stato possibile?
Certo, una diffusione delle iniziative di questo tipo colpirebbe probabilmente le società che forniscono questo genere di servizi, le quali dovrebbero però essere capaci di rielaborare la propria mission in temini di marketing.
Ma mi sto spingendo troppo oltre probabilmente, per ora Pordenone è un caso che fa scalpore proprio perché primo ed isolato. Però attenzione a non sottovalutare la portata di questa novità; la disponibilità di una connessione senza fili praticamente ovunque potrebbe portare cambiamenti di portata eccezionale se associato a quello che è stato definito Ubiquitous Computing, ovvero la progressiva scomparsa delle interfacce, che si integrano sostanzialmente con gli strumenti di tutti i giorni, per cui gli oggetti potranno essere usati in maniera del tutto intuitiva, senza la necessità di periferiche ostili, e nello stesso tempo questi oggetti saranno tutti in rete e potranno interagire tra loro.
Futuro o fantascienza?