In molti forse ricordano come le plance delle vetture di una volta fossero relativamente semplici: qualche pulsante, uno o due pomelli per regolare la ventilazione e un insieme di spie standardizzate che venivano spiegate nel Codice della Strada.
Viceversa il quadro strumenti, specialmente sulle auto più sportive, era particolarmente esteso, con numerosi indicatori circolari e quantità industriali di lancette ad indicare i parametri vitali dell’autovettura.
Oggi possiamo dire con certezza che la situazione si è invertita: se da un lato la semplificazione del quadro strumenti ha permesso di ridurre il numero di indicatori a favore di un display multifunzione, dall’altro l’enorme quantità di comandi rischia di essere un’importante fonte di distrazione alla guida.
Qualche esempio? I pulsanti per l’altezza del fascio luminoso, quelli per le zone e le temperature del climatizzatore, i comandi per rigidità delle sospensioni e la sportività del mezzo (a cui si affianca spesso quello per disinserire il controllo di trazione e stabilità) e -dulcis in fundo- tutto quello che concerne il navigatore satellitare, l’autoradio e perfino il telefono, con tastierini alfanumerici che permettono la ricerca di un nominativo nella rubrica, con malriposta buonafede dei progettisti che ciò accada a veicolo fermo.
Facendo un passo indietro possiamo affermare quanto la plancia delle vetture moderne sia straordinariamente antiquata: enormi distese di pulsanti, sterminate lande desolate che separano il parabrezza dal posto guida, interminabili tunnel per le gambe posti di fronte a sedili, separati da possenti installazioni centrali dotate di ulteriori leve, pomelli e nelle ultime declinazioni selettori circolari dalle funzionalità più disparate. Qualcosa di ben lontano dalle scorribande alla Kerouac, dove i posti anteriori erano tre e perfino il cambio era sistemato sul piantone dello sterzo!
L’arrivo del touch-screen potrebbe sembrare una soluzione logica: la distribuzione tematica delle schermate permette di ridurre drasticamente i pulsanti, mantenendo solo lo stretto necessario sui classici comandi “analogici”. Purtroppo si tratta di un palliativo, anche piuttosto pericoloso: se da un lato l’abitudine all’utilizzo di uno schermo touch in luogo di una pulsantiera può essere appreso anche dai profili meno “tecnologici”, la totale assenza di un feedback tattile aumenta a dismisura la necessità per il guidatore di distogliere gli occhi dalla strada, anche quando si potrebbe trattare di operazioni piuttosto semplici, come l’accensione del climatizzatore o il cambio della stazione radiofonica.
Una soluzione viene proposta da Mercedes, con un sistema che ricorda in parte Project Natal di Microsoft, dal quale prende in prestito una telecamera che riprende le dita della mano su un touchpad e le “sovrappone” alla schermata presente nel display a centro plancia. Il feedback tattile verrebbe assicurato da questo pad mentre la trasparenza delle dita proiettate sul display permetterebbe una migliore individuazione dei comandi da impartire.
Un notevole passo avanti, specialmente grazie a questo pad che oltre ad essere più a portata di mano offre un sistema di vibrazione per capire se il comando è stato recepito dal sistema.
Purtroppo il rischio di distrazione non è stato eliminato, l’interazione è ancora troppo simile a quella uomo-computer, tipica di una scrivania, e troppo lontana dalle necessità che la caotica guida quotidiana impone, dove un solo secondo di distrazione potrebbe essere causa d’incidente.
La strada intrapresa è certamente quella giusta, sperando che in futuro ci saranno telecamere in grado di riconoscere gestures in tre dimensioni e un HUD display sul parabrezza, prendendo in prestito una tecnologia che in aeronautica si usa da oltre cinquant’anni…