Una vecchia (ma sempre viva) polemica tra blogger è quella relativa all’advertising sul proprio blog personale. C’è chi sostiene che non c’è niente di male e chi invece ritiene che un blogger serio non dovrebbe ospitare ads sul proprio sito.
Robert Scoble, uno dei blogger più famosi d’America e del mondo, è stato sempre sostenitore convinto dei blog ad-free, tanto è vero che il suo visitatissimo blog, grazie al quale avrebbe potuto racimolare migliaia di euro al mese solo di AdSense, non ha mai ospitato pubblicità fino ad oggi.
Già, fino ad oggi, perchè TechCrunch ha reso noto un probabile cambio di direzione causato dall’ingresso di Scoble in Fast Company, che ridisegnerà il suo sito e aggiungerà pubblicità.
Io non ho mai amato molto questi moralismi, non mettere pubblicità sul proprio blog personale è secondo me una scelta come un’altra, che non rende certo meno nobile il blogger che mette il banner di Google. Non rilevo, insomma, una superiorità morale o anche solo un maggior valore in chi sceglie di non vendere spazi pubblicitari sul proprio blog.
In particolare, quando il blogger gestisce un blog verticale e dà ai lettori un valore aggiunto, non vedo perché dovrebbe essere considerato poco “etico” o anche solo poco “carino” il fatto che metta qualche banner per raccogliere alcuni dollari alla settimana. Pensiamo al blog di un esperto di programmazione che svela trucchi e dà consigli, o al blog di un amante di cucina che condivide con noi le sue migliori ricette.
Ovviamente discorso distinto va fatto per le c.d. “marchette” peraltro già note nel mondo degli “old media”. Vi sono purtroppo blogger che spinti da poco nobili interessi sponsorizzano e parlano bene di prodotti e/o servizi senza avvertire il lettore che si tratta di pubblicità, facendo passare il post per un pensiero personale.
Tuttavia, fino a quando il messaggio pubblicitario resta ben riconoscibile dall’utente, non invasivo, non pesante da caricare e non viziato da altri interessi, non trovo assolutamente niente di degradante nell’ospitarlo sul proprio blog.
Un dibattito simile si riaccende, a corrente alternata, per Wikipedia, che alcuni vorrebbero sostenere anche con l’aiuto di pubblicità anziché con le sole donazioni, ma che finora è rimasta ad-free. Ebbene, io non sarei affatto contrario ad un discreto banner in Wikipedia, se questo significasse immagini migliori, testi più curati, più lemmi e così via. Cosa ci sarebbe di scandaloso?
Se vogliamo, anzi, la contraddizione è più stridente oggi, in quanto Wikipedia è sostenuta da donazioni che in gran parte provengono dagli stessi utenti attivi che la creano. Queste persone fanno quindi un doppio sforzo: non solo regalano la loro scienza e il loro tempo a Wikipedia, ma ne sostengono pure le spese.