E così anche l’Italia avrà il WiMAX : il bando d’asta per l’assegnazione delle licenze è in corso e il 30 gennaio verranno aperte le buste. Facciamo finta di niente sul fatto che l’asta per le telecomunicazioni del futuro funzioni con buste sigillate da ceralacca, con perdita di tempo, risorse pubbliche e soldi per lo Stato (il Governo dovrebbe imparare dal Comune di Livorno) e pensiamo positivo. Quando l’asta sarà conclusa inizieranno gli investimenti infrastrutturali, che potrebbero portare nuova concorrenza nella banda larga italiano, attualmente schiacciata da un mercato dell’ADSL regolamentato da chi pensa che monopolio e concorrenza possano convivere nello stesso spazio.
Come poi il Ministro delle Telecomunicazioni Gentiloni ci tiene a sottolineare, il costo inferiore necessario per la creazione di infrastrutture WiMAX rispetto alle ADSL “tradizionali”, permetterà una veloce copertura di tutte quelle aree che patiscono ancora oggi il digital divide . Nei bandi d’asta inoltre vi sono prezzi di partenza pi vantaggiosi, per l’assegnazione delle aree geografiche con più gravi problemi di copertura.
Sono state messe all’asta 35 licenze in tutto: ve ne sono 2 per ognuna delle 7 macroaree che coprono il suolo nazionale e ogni soggetto potrà aggiudicarsi non più di una delle due disponibili per ogni macroarea. I grandi del settore delle telecomunicazioni si daranno battaglia per queste 14 licenze. Tra le aziende di cui è già nota la partecipazione all’asta sono presenti Telecom Italia, Fastweb, Wind, Elettronica Industriale (gruppo Mediaset), Toto Costruzioni generali (facente parte del gruppo proprietario della compagnia aerea Airone) e Retelit; grandi assenti invece sono Vodafone, H3G e BT Italia.
Le altre 21 autorizzazioni vanno a coprire le singole regioni italiane e sono destinate a realtà sicuramente più piccole e che non hanno mai investito nella banda larga senza fili (vale a dire UMTS). Con questa mossa il Ministro Gentiloni vorrebbe creare un rapporto diretto tra banda larga e territorio, con una rete di aziende di dimensioni inferiori attente alle esigenze dei singoli territori in cui agiscono, soprattutto quando dove esistono problemi di accesso da parte dei cittadini.