Abbiamo posto qualche domanda a Luca, uno dei cofondatori di scandaloitaliano, blog multiautore che ha seguito da vicino la storia di italia.it, portale costato finora ai cittadini 7 milioni di Euro, recentemente chiuso dopo pochi mesi di vita, ed una montagna di polemiche. Ma a quanto pare la storia non si è del tutto conclusa.
1. Cosa ci aspetta? C’e’ davvero la possibilita’ che italia.it risorga dalle proprie ceneri?
C’è la certezza che le decine di milioni avanzati, assegnati e giacenti non lascino indifferenti coloro che li hanno o li potrebbero avere in disponibilità. Sulla dinamica del loro utilizzo, la partita è apertissima: si potrà trattare di un tentativo più o meno serio di riprogettazione del portale, oppure di un ben più squallido sciacallaggio della carcassa del portale cadavere (e la recentissima dichiarazione di margherita Bozzano, assessore al Turismo della Liguria, che ha detto volitiva “Noi Regioni i 21 milioni di euro li vogliamo” senza che ci sia ancora un nuovo progetto sembra spingere in questa direzione).
2. Se questo accadesse, quante possibilita’ ci sono che si tragga insegnamento dagli errori commessi?
Mah, qui ci vorrebbe il pendolino di Maurizio Mosca per rispondere. La mia opinione personale è che di certo adesso sanno che, per le cose web, hanno i fari puntati addosso, e quindi è probabile che assumeranno comportamenti più cauti e circospetti. Se poi tutto avrà anche ricadute virtuose sulla qualità del progetto, è cosa piuttosto impredicibile. Da buon cartesiano, devo dire che sono piuttosto pessimista: la qualità delle competenze sociali, tecnologiche e comunicative dell’attuale classe dirigente è troppo scarsa perché si possa sperare in quelle rotture delle routines gestionali e burocratiche e in quel raccordo con le migliori e più attive realtà professionali e culturali di cui avremmo un disperato bisogno.
3. Scandaloitaliano continuera’ la sua opera di “vigilanza”?
Scandaloitaliano riteneva di aver esaurito la sa missione progettuale già nell’aprile scorso, ma l’evolversi delle cose, in parte plasmato dal blog stesso e contro ogni previsione realistica (se nel febbraio 2006 mi avessero detto che dopo un anno italia.it avebbe ancora occupato l’agenda dell’attenzione mediatica, avrei commentato con una risata), lo tiene in uno stato di sonno vigile, diciamo così. E certo questo stato perdurerà. Esiste sempre una remota possibilità che si trasformi in un qualcosa di più strutturato ed organizzato, ma ci vogliono pianificazione, tempo e molte energie. Dunque è una missione quasi impossibile. Quindi non da escludere :)
4. Come giudicate la vostra esperienza da un punto di vista dell’esercizio della democrazia digitale? Ritenete possa portare degli effetti concreti, o i palazzi sono troppo lontani e troppo sordi ai segnali che arrivano dal web?
Come fatto fin qui, continuo a rispondere a titolo squisitamente personale: i palazzi, nella mia attività di scandaloitalianista, sono stati più che altro un obiettivo di indagine direi quasi antropologica, e di conseguente narrazione, ma non un obiettivo di cambiamento diretto. Troppo lontani, e troppo sordi (nel caso di Rutelli, troppo Sordi). Di converso, il mio target sono sempre stati i lettori-collaboratori del blog, ovverosia i miei simili, i miei fratelli, per dirla con Baudelaire: il cortocircuito virtuoso e affascinante della collaborazione e della condivisione della conoscenza ai fini di una partecipazione civica semplice, diretta, seria, affilata, affrancata dalle morte some della politichetta italica e per nulla conciliante, questo è stato, per me, l’obiettivo reale e gli effetti concreti in cui speravo. In questo senso, posso dire che l’esperienza del blog, improvvisato in cinque minuti e partito da zero, un po’ di soddisfazione e anche di divertimento me li ha dati.