C’è stato un periodo nella storia dell’informatica in cui qualsiasi soluzione integrata veniva evitata come la peste quando si era intenti a fare l’elenco delle componenti che avrebbero fatto parte del proprio nuovo e fiammante PC assemblato. Ricordo che quando si osservavano le schede madri che integravano una scheda audio e/o un processore grafico, il dito scorreva oltre andando alla ricerca delle soluzioni audio/video dedicate più desiderabili.
Che cosa è cambiato, dunque, negli ultimi anni al punto da portare i maggiori produttori di processori x86 a presentare, per AMD, e a commercializzare, per Intel, addirittura CPU con grafica integrata?
Una delle prime motivazioni che mi sovviene è l’enorme grado di popolarità che l’informatica ha raggiunto. Parliamoci chiaro, fino a qualche anno fa i personal computer erano roba da smanettoni, appassionati, videogiocatori, nerd, gente che proprio a causa della fede per l’informatica poneva e pone ancora moltissima attenzione nella scelta dell’hardware di un personal computer: chi avrebbe mai osato negli anni 90 non acquistare una Sound Blaster come scheda audio? Pochissimi. E quanti oggi, invece, hanno una scheda audio integrata nel proprio personal computer? La gran parte.
La divulgazione dell’uso dei personal computer, tuttavia, non è la sola causa della spinta tecnologica verso la massima integrazione, ma è certamente una concausa. I produttori di chipset, infatti, hanno sapientemente sfruttato questo momento storico per proporre soluzioni che, in fin dei conti, dal punto di vista qualitativo fossero mediamente più che accettabili, a costi molto competitivi.
Ed è proprio il miglioramento del rapporto qualità/prezzo, in abbinamento ad una clientela più variegata e accondiscendente, che ha dato il via al processo di diffusione delle soluzioni integrate o, volendo essere più cattivi e di più ampio respiro, di mediocrizzazione dell’informatica. Perché un acquirente dovrebbe comprare una scheda audio dedicata se la maggioranza del tempo lo passa a navigare su internet, controllare la posta elettronica e, volendo spingersi nel campo multimediale, guardare video su Youtube? Non esiste alcun motivo per farlo: la qualità dell’audio ascoltato è di per sé scadente alla fonte e, molto probabilmente, i diffusori utilizzati sono gli altoparlanti integrati nel notebook o poco più, tutte situazioni ampiamente alla portata dell’audio integrato di qualsiasi scheda madre.
E per quanto riguarda le schede video? Anch’esse sono destinate al medesimo fato? In realtà se osserviamo i dati di vendita delle soluzioni video integrate e le confrontiamo con quelle globali, ci accorgiamo che di fatto è già così. Non è un caso che Intel detenga oltre il 50% del mercato dei processori grafici, pur non avendo (ancora) GPU destinate al mercato delle schede video.
Anzi si può affermare che il lavoro d’integrazione che si sta tentando di attuare sui processori grafici è ben più profondo di quanto non si sia fatto con le schede audio. Intel, infatti, ha già presentato i suoi processori della famiglia Arrandale (notebook) e Westmere (desktop) che racchiudono nel package della CPU anche il die della GPU. AMD, invece, dopo due anni dalla presentazione del progetto Fusion, solo recentemente ha divulgato maggiori informazioni su LIano, la sua prima generazione di APU (Accelerated Processing Unit), termine con il quale si indica un processore che integra direttamente sul die sia la CPU, che la GPU.
Queste scelte partono dalla necessità non solo di abbattere i costi di produzione di schede madri e notebook (i chipset diventano più semplici così come il layout del PCB), ma trovano terreno fertile anche nel continuo processo di generalizzazione delle unità di calcolo delle GPU e, conseguentemente, nella crescente diffusione dell’ambito GPGPU (General Purpose Computation using GPU), cioè dell’uso dei processori grafici per eseguire elaborazioni generiche e non legate esclusivamente alla grafica ed alla riproduzione video.