La storiella che si sente sempre ripetere suona più o meno così: “a quei tempi c’erano VHS e Betamax e non si sapeva cosa scegliere e dove sarebbe andato il mercato. Sony, che sponsorizzava Betamax, impedì all’industria del porno di rilasciare film in quel formato, e alla fine Betamax venne spazzato via”. Sebbene affascinante (e molto romanzata), la storia è falsa o per lo meno non fu così fondamentale nella battaglia dei formati analogici di allora. Molte persone, pensando che la storia si ripeta, si sono affrettate a declamare la fine del Blu Ray quando qualche tempo fa l’industria a luci rosse scelse HD-DVD (guarda caso di nuovo il formato opposto a Sony). Invece l’industria del porno rimane ancorata al formato promosso da Toshiba, NEC, Sanyo e Microsoft, come ci rivela in questi giorni Daily Tech, e la guerra sembra ancora aperta.
Il problema principale, come sempre, è: quanto vale l’industria del porno?
Nel 2006, per la prima volta dopo anni di crescita costante, il mercato statunitense dei video pornografici è sceso da 4,28 miliardi di dollari a 3,62 miliardi (fonte) e il perché è abbastanza facile da intuire: nella stessa pagina ci viene detto che l’online è passato da 2,50 miliardi a 2,84. Spero di poter visionare quanto prima i dati relativi al 2007, ma non ho difficoltà a immaginare che il trend proseguirà su questo piano. Anche se viviamo in un mondo sempre più “sesso-centrico” (e basta accendere un canale TV qualsiasi o aprire una rivista per capirlo) andare in edicola o in un negozio a comprare un DVD osé è pur sempre un’azione che imbarazza la maggior parte delle persone; fare qualche clic comodamente seduti a casa invece non imbarazza, e anzi questa tranquillità ben predispone verso l’apertura del portafogli. Questo dal lato “consumo”; figuriamoci cosa può la rete dal punto di vista produzione, e infatti anche qui tira una brutta aria (ed è per questo che recentemente le grandi case di produzione porno hanno iniziato a pensare di far causa ai vari cloni hard di youtube).
In realtà l’industria cinematografica hard, o almeno la parte che se lo può permettere, ha iniziato a far uscire i suoi film di punta su entrambi i formati per cercare di penetrare il più possibile in entrambi i mercati e assicurarsi un ritorno soddisfacente, specialmente ora che iniziano a essere disponibili stampatori di dischi Blu Ray a basso prezzo. Loro quindi non puntano su nessun formato in particolare, cercando di tenere il piede in entrambe le scarpe per assicurarsi una transizione morbida verso il vincitore della guerra dei formati digitali.
Esiste però almeno un’altra leggenda che vale la pena riportare in questo articolo, e suona all’incirca così: “l’industria del porno non vuole affatto una transizione verso i formati ad alta definizione. Perché essi mettono troppo in evidenza i difetti degli attori e delle attrici.” Da qualunque lato la si guardi, pare che questa volta la voce in capitolo del porno nella guerra dei formati sia molto, molto labile…