Come ogni anno, la rivista Science, una delle più note testate in ambito scientifico, ha dato uno sguardo a tutte le pubblicazioni dell’anno appena terminato e ha stilato la sua personale classifica delle dieci migliori scoperte dell’anno.
Come spiegato nell’editoriale di Bruce Alberts (per la lettura dell’articolo completo serve una registrazione gratuita al sito), la redazione ha avuto anche quest’anno lavoro duro a selezionare dieci scoperte, perché un anno di scienza è molto lungo, e i tanti gruppi scientifici hanno lavorato duro, in sempre più campi della conoscenza, e fare una selezione è sempre più difficile.
Certamente la spinta primaria di tutti gli uomini, da sempre, nella ricerca scientifica, ma anche filosofica e teologica, è stata la comprensione delle nostre origini, sapere da dove veniamo e come e perché siamo diventati quelli che siamo. E’ probabilmente con questo concetto in mente che la redazione di Science ha eletto il ritrovamento di Ardi, l’Ardipithecus
ramidus, come la miglior scoperta scientifica dell’anno 2009.
Ardi è il nuovo tassello del mosaico che racconta la storia dell’ Uomo, che si affianca al primo Neanderthal scoperto in Germania nel 1856, il bambino Taung scoperto in Sud Africa nel 1924 e l’ultima e celebre Lucy, che ha fatto fare grandi passi avanti nella comprensione dell’evoluzione dell’uomo.
Lucy visse già diversi milioni di anni dopo la separazione della nostra specie dagli scimpanzé, per cui ha posto il problema di comprendere le sue stesse origini, di trovare il famoso “anello mancante” che avrebbe potuto spiegare come fosse possibile che Lucy, pur avendo il cervello della misura approssimativamente uguale a quella di uno scimpanzé, avesse già un’andatura eretta.
Ardi è molto più vecchia di Lucy, ed è il più vecchio ominide scoperto finora. Il termine “ominide” definisce i nostri antenati dopo che si sono separati dagli antenati delle scimmie. Lo studio dei suoi resti pone le basi della comprensione dell’evoluzione dell’andatura eretta, che viene considerata una delle caratteristiche fondamentali della differenza tra l’uomo e i suoi parenti scimpanzé.
Le ossa ritrovate sono molte, e molto complete, e questo permette di ricostruire con buona approssimazione l’anatomia di Ardi. Si capisce, per esempio, che pur essendo molto più primitiva di Lucy non può essere scambiata per una delle scimmie africane. Infatti manca dei canini appuntiti e la sua faccia non è sporgente, ma più piatta come quella degli ominidi successivi.
Dalla forma e posizione del bacino si capisce che Ardi poteva camminare su due gambe, come l’uomo, ma che questa posizione era per lei facoltativa, visto che aveva una struttura anche adatta ad arrampicarsi.
Gli scienziati devono ancora accordarsi se considerare questo antenato come un vero e proprio ominide, poiché la forma ancora primitiva delle mani e dei piedi suggerisce che si sentiva altrettanto a suo agio a saltellare tra i rami che a camminare per terra. Resta il fatto che questa scoperta rappresenta una pietra miliare nella comprensione dell’evoluzione umana, che ci ha reso così diversi dagli altri primati.
Devo dire come mi renda molto felice leggere che al secondo posto tra le migliori scoperte del 2009 ci sia una rivelazione di astrofisica, trovata dal satellite Fermi, un osservatorio di raggi gamma di cui ho avuto già modo di parlare in un articolo precedente. Oltre alle scoperte di cui parlai in quel post, Fermi è diventato famoso per aver per primo rivelato le stelle pulsar, finora solo visibili solo nelle lunghezze d’onda radio e X.
Le stelle Pulsar sono delle stelle con un campo magnetico estremamente elevato e sono caratterizzate da un’emissione elettromagnetica di tipo periodico. Questo vuol dire che osservandole si rileva un’onda che si ripete con un periodo che va (nelle osservazioni fatte finora) da 1,4 millisecondi a 8,5 secondi. Fermi è stato il primo satellite ad osservare queste stelle anche nella frequenza dei raggi gamma. Grazie a questa nuova finestra è possibile osservare da un nuovo punto di vista stelle già note, e addirittura scoprirne molte nuove.
Dall’uomo allo spazio e dalle stelle alle piante. Al terzo posto si piazza una scoperta in ambito biologico. Da anni ormai si sa che le piante hanno anche loro una sorta di equivalente della nostra adrenalina, una sostanza che regola il grado di attività della pianta. Questa sostanza chimica si chiama acido abscissico (ABA) e mantiene per esempio i semi in stato dormiente, o regola la crescita delle radici e la perdita di acqua, oltre che essere utile a gestire in generale vari stadi di crescita vegetativa della pianta.
Pur conoscendo l’esistenza e la funzione di questa sostanza, i biologi non erano ancora riusciti a trovare il recettore associato. A partire da Maggio 2009 due gruppi indipendenti hanno identificato il recettore di questa sostanza come appartente alla stessa famiglia di proteine. Nei mesi seguenti a questa prima scoperta, diversi gruppi in tutto il mondo hanno potuto darne conferma e addirittura verificare come le varie forme in cui si presenta la sostanza ABA si lega con i rispettivi recettori.
Al quarto posto si ritorna alla fisica, questa volta nell’infinitamente piccolo. I fisici sono persone che accettano male la sconfitta, così dopo anni e anni di ricerca vana del famoso monopolo magnetico, hanno deciso che se non si trova vorrà dire che lo costruiranno loro. Il monopolo magnetico è un magnete che ha un solo polo (solo + o solo -, per capirci) e non è ancora mai stato osservato, seppur teorizzato da Dirac nel 1931. Due gruppi di ricercatori, quest’anno, sono riusciti a creare delle “quasi-particelle” all’interno di cristalli magnetici che si comportano come dei monopoli.
Quinta in classifica una nuova scoperta legata alla già nota rapamicina, antibiotico usato per prevenire il rigetto nei trapianti d’organo. In questo caso è stato osservato come dei topi sottoposti ad una dieta molto ricca di questa sostanza abbiano allungato la loro vita dal 9% al 14%. E’ la prima volta che si osserva un tale effetto di allungamento della vita in un mammifero. Al sesto posto un altro satellite di cui ho già parlato: il Lunar Crater Observation and Sensing Satellite (LCROSS) è ritornato con prove spettroscopice certe della presenza di vapore acqueo, ghiaccio e idrossidi derivati dall’acqua sui crateri lunari.
Il 2009 è stato anche un anno importante per la terapia genica, che ha visto la sua applicazione di successo nella cura di varie malattie gravissime.
Anche nella fisica dei materiali sono stati fatti passi da gigante. Il grafene, in particolare, ha sempre suscitato grande interesse, soprattutto grazie alle sue elevate capacità conduttive. Durante tutto l’anno le applicazioni di questo materiale sono abbondate: dall’osservazione dell’effetto Hall, alla costruzione, da parte dell’IBM, di transistor che possono essere accesi e spenti 26 miliardi di volte al secondo e alla realizzazione di velocissimi fotorivelatori.
Quest’anno anche il quasi in pensione Space Hubble ha dato il meglio di se, scattando tra le migliori foto della sua carriera durata ormai 19 anni.
Last but not least, una nuova luce si accesa nel mondo. Il primo laser a raggi X è stato creato allo SLAC, l’acceleratore lineare californiano.
Il 2009 si era aperto con una certa preoccupazione da parte della comunità scientifica. La crisi economica prometteva di pesare molto sui finanziamenti pubblici e privati sulla ricerca, e in una certa misura questo è avvenuto. Il Tevatron, nel Fermilab ha visto la sua fine, e molte ricerche, negli Stati Uniti ma non solo, hanno visto i fondi ridotti o del tutto eliminati.
Anche in ambito privato molte aziende si sono viste costrette a limitare la ricerca di prodotti a lungo termine (come il 3D della Philips) ma alla resa dei conti il 2009 si è rivelato un buon anno per la scienza, e ha portato grandissimi passi avanti in tutti i campi. Il 2010 sarà probabilmente concentrato a Ginevra, per vedere che cosa l’LHC ci porterà, ma in tutti i campi della scienza ci sono ancora tantissime domande aperte, e tanto lavoro ancora da fare!