Proprio ieri sera, ascoltando il bellissimo Atom Earth Mother dei Pink Floyd nella versione d’epoca su vinile, mi sono ritrovato a pensare che dopotutto il vecchio 33 giri ha un suono irripetibile. Con l’orecchio viziato da ore di iPod, audio digitale di CD, Flac, Ape e quant’altro, ho avuto un sussulto riascoltando quell’inconfondibile crepitio. Ho poi una mia personale teoria: i dischi in vinile hanno un sound completamente diverso, in un certo senso più caldo e meno asettico dei formati digitali, anche ad altissima definizione.
Certo, il vinile non è l’ideale per gli appassionati di alta fedeltà o i fruitori assidui di generi musicali che richiedono un livello di dettaglio sonoro assoluto. Ma del resto quanti di voi possiedono a casa un valvolare Luxman con altoparlanti Martin Logan? Quanti possiedono un impianto in grado di riprodurre con ricchezza e fedeltà il livello di dettaglio sonoro dei CD della Deutsche Grammophon?
Del resto, che la qualità del CD non sia totalmente apprezzata/apprezzabile con gli impianti audio più diffusi, è in un certo senso testimoniato dal successo del formato mp3, che, anche a bitrate medi-bassi (160, 128kbs), offre un livello di fedeltà che per l’appunto i più ritengono accettabilissimo.
Dico di più: ad oggi sappiamo che (in barba alle fantasie della RIAA) il CD originale, per milioni di utenti di player multimediali, è poco più che un “mezzo di trasporto” della musica, che viene poi prontamente rippata e portata in mp3. Questo ruolo non porterà il CD, per la sua stessa incapacità di offrire un “valore aggiunto” percepibile alla massa, a diventare sempre più marginale?
In uno scenario così configurato, credo siano due le categorie di supporti che manterranno inalterato il loro senso, dopo la rivoluzione dell’mp3: da un lato i supporti ad alta definizione (DVD audio e simili), per i quali è tra l’altro è ancora difficile immaginare la compressione e il trasporto, anche illegale, su Internet. Dall’altro ci sono i dischi in vinile – riproducibili anche con dispositivi USB – che, come dimostrano alcuni recenti dati di vendita, riescono ancora a conquistare il cuore vintage di tanti hippy convertiti al doppiopetto. Personalmente, non possedendo un impianto hi-fi di pregio, continuerò ad acquistare musica senza DRM e vinili a rotta di collo: “In the court of the crimson king” degli indimenticabili King Crimson è già in arrivo.