Capita spessissimo di dover rivedere le proprie previsioni in campo informatico, specialmente quando avvengono mutamenti fondamentali nello scenario competitivo in cui il prodotto/servizio oggetto dell’analisi si muove.
Mi tocca farlo per Ageia che, dopo l’acquisizione di Havoc da parte di Intel, potrebbe uscire dallo stato quasi comatoso in cui si trova e avviarsi a un futuro più roseo.
Riassumo la mia posizione in merito: c’era una volta l’Amiga: un computer potente, in cui ogni singolo sottosistema aveva il suo ruolo specifico e contribuiva ad incrementare le prestazioni complessive in modo lineare e prevedibile.
Nei tempi del PC i sottosistemi sono arrivati e gonfiarsi e moltiplicarsi al punto che non sono infrequenti sovrapposizioni di ruoli, con conseguente spreco di watt e danaro: CPU multicore mal sfruttate, multi-GPU molto autonome dalla CPU nel calcolo della grafica che lasciano i più potenti processori nella polvere in applicazioni specifiche (GPGPU) e così via.
Memore di queste considerazioni, ho accolto con un certo scetticismo il lancio della PPU da parte di Ageia: che senso ha lanciare un nuovo sottosistema quando in molti non sanno ancora bene che fare della potenza di calcolo già disponibile nei PC di ultima generazione? Tra l’altro, trattandosi di un prodotto nuovo, l’ottimizzazione software latitava e le prestazioni erano deludenti.
Mi sembrava molto più interessante l’approccio di Havoc: un middleware per il calcolo della fisica in grado di sfruttare la potenza di calcolo della GPU (anche se poco più che entry level) per i calcoli fisici, già molto supportato da PC e console.
L’acquisizione di Havoc da parte di Intel cambia notevolmente le carte in tavola: da un lato consolida l’interesse per la fisica come evoluzione delle moderne applicazioni 3d; dall’altro lascia i produttori di GPU orfani di una potenziale killer application. L’interesse di AMD per Ageia – sfociato per ora in un nulla di fatto – conferma quest’ultima considerazione ed è chiaro indice del fatto che, dopo un’ondata di pessimismo, per il pioniere della PPU si avvii una fase più rosea. I produttori di GPU al contrario, sono costretti a trattenere il fiato fino al rilascio delle DirectX 11, che dovrebbero supportare il calcolo della fisica via GPU.
Nel frattempo però il 2009 si sarà avvicinato, e con lui le prime CPU Intel con GPU integrata. Prima che ciò accada, a qualcuno, magari in condizioni finanziarie migliori di AMD, potrebbe venire in mente di acquisire Ageia: nVidia per esempio, che sarebbe così in grado di contrastare l’arrivo delle GPU Intel con una soluzione “chiavi in mano” per grafica e fisica in hardware. Ad Ageia di converso, il supporto di nVidia varrebbe una posizione solida nel mondo delle applicazioni 3d, non solo videogiochi. Questa ipotesi vedrebbe AMD come grande perdente: appesa a Microsoft per la fisica su GPU e superata da Intel in fatto di CPU ibride – dopo essere stata la prima azienda a parlarne.
Se DirectX 11 rappresenti davvero la salvezza per il paradigma “fisica su GPU” non lo sapremo prima di qualche mese. Nel frattempo sarà interessante capire cosa voglia fare Intel di Havoc e come convivranno, almeno in teoria, DX e Havoc. Per quel che riguarda Ageia, l’ipotesi nVidia è di certo rosea ma, qualora DX 11 risolvesse il problema della fisica tramite GPU, le sue quotazioni tornerebbero rapidamente sotto lo zero.
A utenti e sviluppatori, questa ennesima “forchetta” che si apre sul calcolo fisico, non mancherà di regalare incertezza, disservizi e qualche altra dose della cronica mancanza di ottimizzazione che da anni rappresenta il trademark del mondo PC.