Ci sono alcuni casi di cronaca che immediatamente attirano l’attenzione vagamente macabra dell’opinione pubblica, fenomeno che non si capisce bene se sia la causa o l’effetto di altrettanto perverso interesse da parte dei media, con la televisione in prima fila.
Porta a Porta con i suoi plastici passati alla storia, e Matrix, ed il codazzo di trasmissioni pomeridiane di pseudo-informazione rovistano tra le pieghe delle indagini, danno voce ad esperti criminologi, e più o meno lontani parenti dei protagonisti delle viende giudiziarie.
Informazione appunto, ricostruzione della realtà. Sicuri che sia tutto qui, e che gli effetti siano proprio quelli attesi?
Porta a Porta è stata definita “la terza Camera”, per la rilevanza che assume nello svolgimento del pubblico dibattito politico. Allo stesso modo non sarebbe sbagliato definire come un ulteriore grado di giudizio, quello che viene rappresentato dai media, rispetto alle aule di tribunale.
Twitter, in questo caso funge da cartina al tornasole, essendo uno canale su cui la conversazione ed il dibattito si costruisce collettivamente. Un caso come quello dell’omicidio di Meredith Kercher si presta in maniera particolare a questa analisi, poiché vede coinvolte tre diversi Paesi, con altrettante prospettive e sistemi dei media.
“Amanda Knox” infatti è stato un trending topic, la settimana scorsa, ovvero uno dei termini più twittati, anche perché non se ne è parlato solo in Italia, ma come è facile immaginare, anche in UK ed USA.
Non può passare inosservato il fatto che puntualmente l’opinione pubblica delle tre nazioni abbia preso le posizioni corrispondenti a quelle dei propri concittadini coinvolti: l’Italia si è divisa tra innocentisti e coloro che ritengono i due imputati colpevoli, gli inglesi considerano per lo più Amanda colpevole, ma non mancano di criticare l’ambiente universitario perugino, e la maniera in cui sono state condotte le indagini, negli Stati Uniti, ritengono Amanda innocente, tanto che persino Hillary Clinton si sta mobilitando.
Possibile che una rappresentazione del medesimo caso che si presuppone sia avvenuta senza pregiudizi, abbia prodotto effetti così diametralmente opposti? La spiegazione di questo fenomeno, è da ricercare nella maniera in cui il caso è stato raccontato, oppure nell’orientamento di partenza dell’opinione pubblica dei tre Paesi, comprensibilmente più inclini ad immedesimarsi e quindi simpatizzare per il proprio concittadino?
Domande a cui dare una risposta non è così semplice come potrebbe apparire, ma personalmente credo che i giornalisti dovrebbero parlare dei casi giudiziari con molta attenzione e senza drammatizzazioni (nel senso di rappresentazioni drammatiche), invece i programmi di intrattenimento farebbero bene ad evitare del tutto l’argomento, se non altro per rispetto delle persone coinvolte. D’altronde, fino a quando l’Auditel darà loro ragione, continueremo a vedere plastici, e a sentir parlare opinionisti di casi giuridici in corso, così come la domenica sera guardiamo la moviola delle partite di calcio.