Chi mi legge con qualche frequenza, sa che sono un grande appassionato di retrocomputing e retrogaming. Conseguentemente, cerco di “contagiare” con emulatori e vecchi giochi, ogni dispositivo che mi trovi sottomano.
Non fa eccezione lo smartphone che mi sono concesso recentemente, su cui amerei infilare qualche bel gioco appartenente all’epoca degli home a 8 bit, o magari qualche titolo arcade storico.
Premetto che sull’App Store, non mi aspettavo – particolarmente dopo il ban dell’emulatore C64 – di trovare una pletora di applicazioni dedicate al retrogaming.
L’esclusione di ogni applicazione che richieda più di un minimo di smanettamento, la davo per scontata già da prima di impossessarmi del terminale.
La ricerca di applicazioni retrogaming su App Store, ha tuttavia prodotto risultati a mio avviso sconcertanti.
Lasciamo parlare qualche prezzo:
- Space Invaders, 1978, € 3,99
- Centipede, 1980, € 3,99
- Missile Command, 1980, € 3,99
- Pac Man, 1980, € 3,99
- Galaga, 1981, € 3,99
Quello che più sorprende di questi prezzi – simili o più elevati rispetto a quelli di giochi di nuova generazione e molto più complessi – è che siano riferiti a titoli stravecchi, su cui nessun tipo di economia potrebbe ruotare nel 2009 se non, per l’appunto, quella da vendite per iPhone.
Non ho idea di quale successo di vendita possano vantare questi titoli, ma una cosa è certa: se qualche marchio storico del mondo videoludico si è messo in mente che, a trent’anni di distanza, il suo software possa ancora essere venduto a peso d’oro, i miei soldi non li avrà certo.