L’Italia aveva intenzione di portare la banda larga, ad almeno 20 Megabit, al 96% della popolazione e 2 Megabit per il rimanente 4%. Aveva intenzione perché adesso non ce l’ha più. Lo ha comunicato lo scorso quattro novembre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Gli ottocento milioni di Euro che sarebbero dovuti essere stanziati per la realizzazione del progetto non saranno ridestinati, ma solo “congelati”, in attesa che sia superata la crisi.
Nell’immagine qui sotto, diffusa dal Corriere della Sera, il grafico rappresenta la diffusione della banda Larga in Europa (dati in percentuale su ogni 100 abitanti – clicca sull’immagine per ingrandire)
Ma come, la banda larga non doveva essere una di quelle infrastrutture necessarie per far uscire il Paese dalla crisi? E’ quello che pensa Confindustria secondo cui la banda larga porterebbe nuovi posti di lavoro e sarebbe un volano per l’economia.
La decisione del Governo stride con la notizia di circa quindici giorni fa, proveniente dalla Finlandia, dove la banda larga è da poco diventato un diritto garantito dalla legge. A giocare a favore dei finlandesi l’elevata alfabetizzazione informatica, secondo il viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani; dato indiscutibile, ma la questione è che considerato il trend in atto, questo vantaggio dei finlandesi andrà a ridursi o ad aumentare?
Non investiamo in infrastrutture e tecnologia perché non c’è una domanda sufficiente, e la domanda non cresce perché non ci sono le infrastrutture necessarie. Appurato che il livello di informatizzazione e le capacità tecnologiche sono oggi un fattore chiave per l’economia di un Paese, è evidente che sia compito dello Stato interrompere il circolo vizioso ed innescare quello virtuoso.
La crisi c’è per tutti, Italia, Finlandia Europa e così via. Le scelte fatte dai Governi in questo momento decideranno quanto rapidamente e con quali conseguenze l’economia della Nazione tornerà a crescere.
Qualche speranza a chi ritiene che questo ritardo nella diffusione della banda larga in Italia potrebbe portare pessime conseguenze lo offre il ministro Brunetta, il quale ha assicurato che il prossimo Cipe [Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica] conterrà anche le risorse per la banda larga – importante prerequisito per la realizzazione del progetto di egovernment voluto dallo stesso Ministro Brunetta – e le pressioni che il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola sta esercitando proprio sul Cipe per far sbloccare i fondi in favore della banda larga.