Negli ultimi anni si fa un gran parlare di abbandonare la carta a favore di supporti digitali: dai primi esperimenti nel mondo e-book fino ai più moderni reader, la carta pare ancora resistere in forza di una straordinaria e, a mio avviso, tuttora imbattuta praticità per le applicazioni di uso comune.
Una decina d’anni prima che la parola e-book fosse pronunciata per la prima volta, c’era tuttavia chi tentava di portare un libro fuori dal suo tradizionale medium: correva l’anno 1986, il libro era il West Coast California Travel Guide, e la distribuzione era prevista su floppy da 5 e 1/4, per la non modica somma di $ 19,95.
Col senno di poi – avendo bene in mente i numerosi tentativi susseguitisi nell’ultimo decennio di trasportare i contenuti fuori dalla carta – l’esperimento del 1986 appare in tutta la sua ingenuità: proviamo solo ad immaginare l’idea di leggere più di qualche riga su un monitor a fosfori verdi o ambra, con emissioni pari a quelle di un microonde scassato.
Con l’esperimento della diffusione su floppy, emergono tuttavia le radici di una sorta di insofferenza per la carta, che già all’alba dell’epoca del PC appariva un medium superato. A distanza di qualche decennio, siamo ancora alla ricerca di un modo di liberarcene – assieme ai danni ecologici che comporta.
Chissà se a dieci anni da ora, non ci ritroveremo, con la solita catasta di libri e riviste sul comodino o sul davanzale del pensatoio, a ridere assieme del Kindle.