Post di Stefano Odorico.
Natale si avvicina ed è tempo di regali. Come sempre, tra gli oggetti più richiesti ci sono le macchine fotografiche.
Per anni il prezzo ha coinciso con la resa qualitativa degli apparati fotografici: minore prezzo = minore qualità. Individuando inoltre, la qualità con il numero di megapixel indicati dalla casa produttrice, è nata la famosa domanda che da sempre domina il mercato: “Quanti megapixel ha?”
Purtroppo, in ferimento alle compatte e super-compatte, molte volte il sensore inserito al loro interno è dimensionalmente troppo piccolo (solitamente il 1/2,7″) per poter supportare un elevato numero di Megapixel e, per questo, si ha come risultato un “rumore” (immagini sgranate, puntini colorati…) e un conseguente abbassamento della resa qualitativa della fotografia finale. Perciò, non è da escludere che sia perfettamente inutile andare oltre i 10 Mega pixel, con una fotocamera compatta, perché il sensore di piccole dimensioni non è in grado di produrli.
Adesso le cose sono leggermente cambiate, i megapixel sono si aumentati vertiginosamente (in alcuni casi anche raddoppiati nel passaggio da un modello al successivo) ma non sono più uno degli elementi fondamentali per una buona qualità finale delle nostra foto.
Le case produttrici stanno focalizzando l’attenzione anche su componenti come:
– lo stabilizzatore d’immagine, fondamentale in condizioni di luce scarsa. Stabilizzatore che deve essere per forza ottico, altri tipi di stabilizzazione (digitale) possono anche peggiorare la situazione.
– Il sensore che anche nelle compatte, come nelle più costose e professionali Reflex sta cambiando da CCD a CMOS (definizione migliore e maggiore affinità con la pellicola tradizionale) anche se, per ora, non se ne trovano in commercio. Nulla di fatto invece per il Foveon della Sigma, fantastico ma incompreso sensore sandwich che viene montato solo sulle Reflex digitali prodotte dalla Sigma stessa.
– Il mirino ottico, molte volte indispensabile quando il sole riflette sul display non permettendo la visione della foto da scattare e, cosa non secondaria, permette di spegnere lo schermo e continuare a fotografare in caso di livello basso di batteria.
– Le ottiche. Lo zoom ottico sempre di migliore qualità (quello digitale possiamo anche dimenticarlo perché abbassa drasticamente la risoluzione delle foto). Un 4x ottico è da considerarsi già soddisfacente, per le ultracompatte è da preferirsi una ottica interna, non telescopica che non toglie nulla alla resa finale se si pensa che esistono anche obbiettivi “che non escono” con 12 lenti in 9 gruppi.
– I formati delle foto. Inizialmente solo Jpeg e Tiff, adesso si sta introducendo anche per le compatte il più pensante ma maggiormente definito Raw.
Consigli da dare? Fate un po’ voi, io personalmente punterei, se dovessi comprare una compatta, su: dimensioni contenute, ottica non telescopica, prezzo ragionevole, vita della batteria e poi la fantasia de produttore. In commercio esistono migliaia di diversi modelli di macchinette dalle conformazioni più strane, alcune anche con mp3 player come la Samsung i85, oppure con funzione YouTube Capture Casio Exilim EX-V8. Lasciando preferibilmente perdere la “sospetta” Exemode DC539 .
Stefano Odorico