La libertà di stampa in Italia deve essere difesa?

Sabato tre ottobre si è svolta a Roma in Piazza del Popolo la manifestazione in favore della Libertà di Stampa, organizzata dalla Federazione Nazionale della Stampa e dalla CGIL; vi hanno partecipato oltre trecentomila persone secondo gli organizzatori, sessantamila per la questura, nel solito ridicolo balletto di numeri.

Ero lì perché avrei voluto poi raccontare qui su Appunti Digitali quello che avevo visto e sentito, e perché un po’ speravo di trovare delle smentite al timore che quella manifestazione fosse davvero necessaria. Speravo in fondo, di scoprire che la libertà di stampa in Italia è più forte di come la si dipinge e non corre alcun pericolo. Una speranza ingenua, presto spazzata dall’evidenza, dalle decine di migliaia di persone presenti che si sono mosse in parte forse per una appartenenza politica, ma no, non solo per questo.

L’Italia è una democrazia e la Costituzione garantisce (finché non la si cambia) la libertà di parola e di stampa. Allora perché si pensa che questa sia in pericolo? Non potrei spiegarlo meglio di come ha fatto Saviano nel suo intervento:

Secondo l’organizzazione internazionale no-profit Freedomhouse la stampa in Italia è solo “parzialmente libera”, e si trova al settantatreesimo posto nel mondo, alla pari con il Tonga. Vorrà dire qualcosa?
Forse no, non per il direttore del tg1 Minzolini, per lui la manifestazione è incomprensibile

Invece io, più sento il direttore del primo telegiornale della televisione pubblica parlare come un portavoce del Governo, più mi convinco che ci sia un’anomalia nel sistema dell’Informazione italiano.

Opinioni quelle espresse in questo articolo, con cui qualcuno sarà d’accordo, altri no; discutiamone civilmente, partendo dalle parole di Voltaire:

“Non condivido quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dire quelle cose”

E’ questa la base della libertà di parola, no?

Markingegno

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