È una storia che conosciamo tutti molto bene. Il mondo dello spettacolo e della pubblicità ci propinano e idee, stili di vita e ideali di bellezza nella realtà insostenibili. Il problema è vecchio quanto la storia dell’uomo, che con l’unico scopo di inseguire il vil danaro trasforma non solo i nostri desideri, ma anche la percezione di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Il problema è decisamente complesso e articolato e nelle logiche della comunicazione pubblicitaria la complessità non è ammessa. Per questo motivo quando si deve affrontare un problema sociale e culturale e guadagnare consensi, piuttosto che aprendo un tavolo di dibattito sulla questione, si ottengono risultati decisamente migliori scegliendo una vittima sacrificale crocifiggendola.
C’era una volta la polemica sulle modelle anoressiche, che passò di moda (come se le ragazze sottopeso fossero scomparse dalle passerelle) in favore dell’odio contro l’ipocrita chirurgia estetica.
Ormai anche i bisturi stanno entrando nel recinto in cui chiudiamo le cose che definiamo “normali”, perciò serve un nuovo nemico del nostro tempo, e sempre più spesso si punta il dito contro la fotografia.
Negli ultimi anni si sono affermati stili fotografici sempre più artefatti, che vanno ben oltre il semplice scopo di un miglioramento del soggetto secondo i canoni estetici comuni, ma che danno una connotazione artistica al ritocco. La possibilità di scorgere già al primo colpo d’occhio un pesante uso di Photoshop invece di sgravare gli artefici da possibili responsabilità all’interno del meccanismo mediatico che mira a fuorviare la realtà, ha permesso a sempre più persone di puntare il dito contro di loro.
Così in Inghilterra ecco che appare una gruppo di parlamentari che si sta prodigando per bandire il fotoritocco, se non da tutta la pubblicità, almeno a quella destinata ai media specificatamente pensati per un pubblico sotto i sedici anni.
È sicuramente dubbio il gusto dell’inserzione pubblicitaria di una linea di creme anti-età che ha innescato le polemiche, in cui la modella cinquantanovenne dimostra meno di trent’anni. C’è da capire in che modo una caccia alle streghe possa innalzare il valore culturale e morale di una società.
In chiusura propongo un video, non freschissimo a dire il vero ma decisamente esplicativo, che mostra come funziona la macchina della bellezza.