Il passaggio a Nord-Est è il lembo di oceano tra il polo Nord e l’Asia. Attraversarlo per raggiungere l’Est asiatico e il Nord America è stato il sogno di tutti i mercanti e gli avventurieri degli ultimi cinque secoli, ma finalmente questo ardito sogno si è trasformato in realtà, anche se gli equipaggi delle due navi tedesche partite da Rotterdam riuscite nell’impresa (la Beluga Fraternity e la Beluga Foresight) non hanno molti motivi di vanto.
Non è stato il valore degli uomini a rendere possibile l’impresa e nemmeno avanzate tecnologie applicate agli scafi. Potremmo piuttosto definirlo un successo dell’uomo e della tecnologia umana nel suo complesso, poiché il passaggio è oramai sgombro dai ghiacci a causa del riscaldamento globale.
A dare la notizia è stato l’Independent, con il suggestivo titolo “Un grande passo per l’uomo, un disastro per l’umanità”.
Ormai anche gli ultimi falsi e interessati demistificatori del “complotto” del riscaldamento globale sono scomparsi nel nulla: i cambiamenti climatici dovuti all’attività umana sono una realtà definitivamente assodata.
Lo scioglimento dei ghiacci polari è uno degli effetti collaterali più gravi al quale il mondo sta andando incontro e l’apertura delle rotte artiche ne è un sintomo più che evidente oltre che ampiamente previsto, anche nelle tempistiche.
Mentre una sempre più corretta e diffusa informazione sull’argomento fa apparire queste notizie come un monito, purtroppo nell’estremo Nord del mondo, le regole della cieca regola economica dell’accaparramento il progressivo “scongelamento” del polo si mostra come un’ulteriore opportunità di guadagno.
Le rotte nautiche che via via saranno aperte potranno essere soggette a importanti dazi doganali, quando si è costretti a navigare su acque territoriali, che i mercantili potrebbero pagare volentieri pur di risparmiare decine o centinaia di migliaia di dollari di gasolio ad ogni viaggio, nelle stagioni più rigide i mercantili possono trovarsi costrette a farsi aprire la strada dalle rompighiaccio, servizio offerto altrettanto a caro prezzo.
Ma le nuove opportunità non riguardano soltanto il traffico navale: i ghiacci dell’artico nascondono giacimenti di petrolio e di gas naturale, che fin’ora sono sempre stati irraggiungibili e che col tempo saranno sempre più facilmente a disposizione dei Paesi del Nord, che già da tempo hanno “gelato” i rapporti diplomatici, a causa di prepotenti rivendicazioni territoriali in aree che prima non interessavano a nessuno.
via: Petrolio