Presentata il 18 dello scorso mese di Agosto e in vendita dal 1 Settembre, l’ultima revisione della PlayStation 3 di Sony ha da subito dato i suoi frutti: nei primi tre giorni di commercializzazione, infatti, ne sono stati venduti oltre 150.000 esemplari nel solo Giappone.
Si tratta indubbiamente di un discreto risultato considerando che stiamo parlando di un restyling e che nell’intero mese di Luglio nel mercato americano Sony ha venduto poco più 120.000 unità.
La PS3 Slim si presenta con un layout più compatto rispetto alla sua sorella maggiore e tale riduzione degli ingombri è stata ottenuta grazie all’ottimizzazione dello spazio interno e all’adozione di una scheda madre dotata di un maggior numero di componenti integrate tra loro. Un ruolo fondamentale, inoltre, assume anche l’uso di un processo produttivo a 45 nanometri per la realizzazione del processore Cell. Ricordo che al suo lancio la PlayStastion 3 montava un processore Cell costruito a 90 nanometri e, in alcuni mercati e/o solo per un periodo limitato di tempo, un processore dedicato all’emulazione in hardware dei giochi per PlayStation 2. Con il raffinamento dei processi produttivi Sony ha sostituito il processo a 90 nanometri con quello a 65 nanometri, senza però apportare modifiche all’estetica della sua console.
La PS3 Slim è caratterizzata anche da un hard disk da 120 GB, un minor numero di porte USB (passate da quattro a due), mentre perde il lettore di memory card e la possibilità di installare sistemi operativi differenti. Le restanti caratteristiche non hanno subito modifiche sostanziali. Ci si sarebbe aspettata una riduzione del processo produttivo adottato anche per il chip grafico RSX prodotto in collaborazione con NVIDIA e basato sull’architettura dell’ormai vetusto G70. Purtroppo a tal proposito NVIDIA e Sony hanno deciso di non dedicarsi per imprecisate ragioni di retrocompatibilità e pertanto il chip grafico resterà in tutto e per tutto il medesimo del lancio per l’intera vita commerciale della console.
L’entità di queste modifiche, alcune delle quali oggettivamente positive (hard disk più campiente, riduzione degli ingombri e dei consumi), altre oggettivamente negative (limitazioni nell’installazione di distribuzioni linux e un minor numero di porte USB) ed altre auspicabili ma assenti (raffinamento del processo produttivo della GPU), sarà tale da spingere quella che può essere tranquillamente definita come la console più controversa e dal più tiepido successo nella storia di Sony, ad una inversione di tendenza nelle vendite che la vede anni luce lontana dal Wii di Nintendo e spesso indietro o in affanno nei confronti della XBox 360 di Microsoft?
A mio parere no. Nonostante l’interessante boom di vendite dei primi tre giorni è molto probabile che le motivazioni che hanno decretato l’insuccesso della PS3 restino al loro posto. Tra queste, se consideriamo, ad esempio, il parco giochi non eccezionalmente ricco di esclusive, frutto della già analizzata difficoltà riscontrata da parte degli sviluppatori di videogames nello sfruttare a dovere il processore Cell, non troveremo rimedio almeno fino alla presentazione della PlayStation 4, nella quale, tra l’altro, secondo alcuni rumors di inizio anno, potremmo ritrovare ancora una volta scelte esotiche come una GPU sviluppata in collaborazione con Intel e basata sul progetto Larabee.