Rob Fleming, il trentacinquenne protagonista di “Alta fedeltà” di Nick Hornby, soleva dire che fare una compilation è una delle cose più difficili del mondo, che richiedeva metodo e concentrazione. La compilation e le “top five di qualsiasi cosa” sono i motivi ricorrenti del libro e dell’omonimo film con Jack Black, John Cusack e Tim Robbins. Oggi Apple fa per noi lo sporco lavoro e ci propone la compilation dei maggiori successi del 2007 e delle promesse del 2008, un “disco” che unisce i migliori pezzi del 2007 e i brani dei nuovi artisti che faranno parlare di sé per tutto il 2008.
Mi sembra un fatto importante: per la prima volta (che mi risulti) uno store online importante come Itunes propone una compilation, e per lo più costruita ad arte da personale interno. Questo rappresenta lo sdoganamento definitivo del mezzo mp3 come veicolo di diffusione della musica moderna, casomai ce ne fosse ancora bisogno. Le compilation infatti sono sempre state un mezzo per accedere a canzoni di album differenti senza doversi accollare l’intera spesa del cd, e la riprova sono i successi delle serie One Shot, Top of the spot e simili. La compilation univa il gusto del supporto originale permettendo di prendere solo il meglio dei vari autori. Molto spesso, specie negli ultimi tempi prima dell’avvento dell’mp3, i dischi erano fatti di pochi pezzi ottimi e molti altri che non arrivavano alla sufficienza. Proporre una compilation online potrebbe anche sembrare un controsenso, poiché posso già normalmente comprare una sola canzone alla volta, ma doverlo fare in blocco permette di avere un numero maggiore di persone interessate all’album (a patto che la maggioranza delle canzoni piacciano), di fargliele avere con un click e poca fatica e permette ad Apple di incassare in un sol colpo 16 euro.
In secondo luogo mi viene da pensare che se l’esperimento compilation-scelta-dallo-staff avrà successo sarà lecito aspettarsi dei seguiti (magari proprio una serie) e magari anche un affinamento nella scelta delle canzoni. Chi meglio di Itunes infatti conosce i gusti dei suoi utenti? Cosa può venire fuori da un database di quelle dimensioni scandagliato con un buon algoritmo? E inoltre, visto che non sempre le classifiche delle vendite di mp3 su Itunes corrispondono a quelle dei singoli nella vita reale, le compilation potrebbero avere un ulteriore ruolo nel lancio e nella diffusione di artisti talentuosi ma fino a quel momento poco conosciuti.
Insomma, fare una compilation è sempre stato uno dei lavori più difficili del mondo, ma se oggi Rob Fleming avesse Internet e Itunes forse non la penserebbe più così.