Finalmente il colore… il Kinemacolor nel cinema

KinemacolorNuovo appuntamento con la rubrica Videodrome – ai confini del video; oggi parleremo di colore nel cinema con: il Kinemacolor.

Finalmente arrivò il colore.

Il Kinemacolor è da considerarsi come il primo processo (di successo) per la visione a colori delle pellicole cinematografiche. Dopo vari tentativi, il Kinemacolor è stato lanciato sul mercato come il primo sistema commerciale per la produzione filmica a colori, ed è entrato di diritto nelle produzioni filmiche, più o meno, ininterrottamente dal 1908 al 1914.

Inventato da George Albert Smith in Inghilterra nel 1906 e lanciato dalla Urban Trading Co. nel 1908, questo sistema fu battezzato solamente nel 1909 con il nome Kinemacolor. Il processo di produzione cromatica è semplice e rudimentale ma allo stesso tempo, come dimostrano i molti anni di attività, molto efficace.

Un processo a due colori che consisteva nel filmare e proiettare un film in bianco e nero attraverso filtri rossi e verdi. Due filtri in fase di ripresa e due in fase di proiezione, la camera funzionava al doppio della velocita delle cineprese in commercio all’epoca, filmando a 32 fotogrammi al secondo invece dei soliti 16 e l’otturatore era formato da un filtro colorato rotante.

“L’immagine Kinemacolor possedeva una modesta ma apprezzabile varietà di colori. Charles Urban ne esagerò le qualità, giungendo a proclamare che il suo sistema era in grado di catturare tutti le gradazioni dello spettro, ma in realtà il Kinemacolor aveva risorse cromatiche assai più limitate. I blu e i porpora, in particolare, lasciavano molto a desiderare e richiedevano addirittura interventi correttivi come l’utilizzo di uno schermo leggermente virato in azzurro. Gli spettatori si lamentavano spesso di dolori agli occhi in seguito a proiezioni prolungate. Tutti i soggetti in Kinemacolor dovevano essere girati con luce naturale. Altri difetti sono evidenti nelle copie sopravvissute: verde e rosso dominano sugli altri colori, che appaiono invece pastosi, tendenti al marrone, quasi come negli autocromi Lumière. I diversi colori tendono inoltre a confondersi l’uno nell’altro, soprattutto nelle scene più movimentate, e si nota una notevole riduzione della profondità di campo. Ma c’erano anche altri limiti, ancora più gravi di questi: gli esercenti erano riluttanti a modificare il loro apparato di proiezione ogni volta che dovevano mostrare film in Kinemacolor, mentre i produttori erano contrari all’idea di sprecare 300 metri di pellicola per una proiezione la cui durata (a 32 fotogrammi al secondo) era equivalente a quella di 150 metri di pellicola tradizionale.” (“Meraviglie della tecnica/Technical Marvels” Cineteca del Friuli).

Il primo film in Kinemacolor ad essere stato proiettato in pubblico, è un corto di otto minuti chiamato “A visit to the seaside”, presentato nel 1908 a Brighton. Successivamente molti altri film furono realizzati con questo sistema, documentari e lungometraggi “a colori” spopolarono in Europa e, dal 1909, anche negli Stati Uniti con una esibizione pubblica al Madison Square Garden.

Kinemacolor1

Sembra che ben 300 sale inglesi fossero provviste di un proiettore Kinemacolor e, nel corso degli anni, vennero prodotti più di 50 film (in Inghilterra, USA e Giappone). Purtroppo però gli elevati costi dei proiettori Kinemacolor e alcuni problemi tecnici legati alla velocità di ripresa e al deterioramento dei materiali, imposero lo sviluppo di nuovi sistemi più affidabili ed economici (come il Technicolor che è stato largamente impiegato, soprattutto negli USA, tra il 1922 ed il 1952), decretendo cosi’ nel 1914 la fine del Kinemacolor.

Tartans of the Scottish Clans (1906):

Esempio di proiezione:

Press ESC to close