In questa puntata estiva di Videodrome – ai confini del video, torneremo a parlare di formati cinematografici e, nello specifico, del Cinerama.
Entrati ormai nell’era della spettacolarizzazione 3D, formato che permette una esperienza cinematografica più completa e complessa del classico 2D, oggi andremo a vedere un altro vecchio formato che si proponeva di offrire allo spettatore in sala una proiezione completamente diversa, più coinvolgente e soprattutto… più grande in termini di dimensioni.
Il Cinerama è un formato cinematografico che arrivò in sala in maniera inaspettata e che sorprese milioni di utenti. Il nome è il risultato della combinazione della parola “cinema”, con la parola “panorama” e fin dall’inizio il suo obiettivo era quello di offrire una proiezione di grandissime dimensioni. Queste dimensioni potevano raggiungere anche i 28 m x 10 m su uno schermo dedicato e ricurvo di 146 gradi di ampiezza e 55 di altezza.
Con questo formato, la scena viene ripresa da tre cineprese interlacciate disposte a semicerchio e, come viene facile immaginare, la proiezione viene fatta con 3 proiettori sincronizzati tra loro; inoltre, la colonna sonora viene diffusa tramite nastro magnetico separato e da mettere in sincrono (sette canali audio).
In altre parole, il sitema usava 3 camera da 35 mm sincronizzate e dotate di obiettivo da 27 mm; ogni camera filmava un terzo dell’immagine inquadrata in maniera incrociata: la cinepresa disposta a destra filmava il terzo a sinistra, quella a sinistra filmava il terzo a destra e la cinepresa al centro filmava il terzo centrale.
Disposte a 48 gradi l’una dall’altra queste tre camere potevano riprendere un’immagine tre volte più grande di quella del formato cinematografico standard e ricoprire un arco di 146 gradi… molto vicino alla visione umana. Inoltre, in fase di ripresa e di proiezione, le macchine venivano settate a 26 fotogrammi al secondo e non a allo standard di 24. Il rapporto tra la base e l’altezza dello schermo era di 3:1; a differenza dell’aspect ratio del Cinemascope che arriva a 2,50:1 o del widescreen da 2,35:1.
Il Cinerama, d’accordo con varie fonti, fu inventato da Fred Waller e sviluppato commercialmente da Waller e dal regista Merian Cooper sulla base di un precedente sistema, degli anni ’20, chiamato Polyvision (3 proiettori su 3 schermi). Brevettato nel 1946 il Cinerama fu utilizzato la prima volta nel 1933 per il film King Kong; successivamente fu anche servì da simulatore per l’aviazione militare americana nella seconda guerra mondiale e, solamente negli anni ’50 iniziò ad ottenere successi nazionali ed internazionali con il film “This is Cinerama!”.
L’evoluzione di questo sistema diede il via al formato 70mm Supercinerama, ideato principalmente per ridurre i costi di distribuzione ed ottenere, più o meno, gli stessi risulatati visivi del Cinerama.
L’impatto visivo era ovviamente impressionante. Comunque, furono prodotti poche pellicole in questo formato, la maggior parte documentari (come “Seven Wonders of the World”, 1956; Search for Paradise, 1957; South Seas Adventure, 1958). Nel 1962, furono prodotti e distribuiti in Cinerama due pellicole che ottennero un discreto successo: “Il favoloso mondo dei fratelli Grimm” e “La conquista del West” . Il secondo film fu prodotto in collaborazione da Cinerama Productions e dal colosso MGM che iniziò ad investire in questo formato, questo film però fu l’ultimo ad essere realizzato con l’uso delle tre cineprese.
L’ultima sala ad addottare questo sistema precursore dell’Imax venne costruita a Tukwila, Washington nel 1970 e chiusa nel 2001.