Bene o male siamo spesso a parlare di Google: d’altronde Google è ovunque, ha i soldi, ama far parlare di sè. Oppure se vogliamo vederla dall’altro verso Google pretende di essere ovunque, vuole compare tutto, ci condiziona. Ma non importa; Google parteciperà all’asta per le frequenze di 700Megahertz che verranno lasciate libere dalle Tv che passeranno al digitale nei prossimi anni, pagando anche fino a 4,6 miliardi di dollari la licenza.
Che cosa può farci BigG con queste frequenze? tante cose, la più interessante delle quali (e nemmeno la più velata) è la costituzione di un operatore di telefonia mobile. Diciamo che tra qualche anno potrebbe essere possibile entrare in un negozio, scegliere un cellulare di una marca che aderisce a Open Handset Alliance con sistema operativo Android, intestarsi una SIM fornita da Google e collegarsi alla G-rete. A quel punto Google avrebbe – direttamente o indirettamente – 3 su 3 dei nodi che servono per comunicare senza fili: telefono, sistema operativo e rete.
Ovviamente il primo pensiero va alla pubblicità: Google notoriamente offre la maggioranza dei suoi servizi in forma gratuita, affiancandogli pubblicità contestuale. Potrebbe essere possibile quindi navigare gratis su internet dal cellulare in cambio di un livello con advertising, oppure addirittura pensare di spingersi all’estremo e non pagare assolutamente nulla, per voce o dati. Il secondo pensiero è per la privacy: non sto parlando di registrare le conversazioni, naturalmente, ma di profilare gli utenti in base a cosa guardano su Internet (facile), in base ai gusti delle persone chiamate e del network che costituiscono (abbastanza facile), in base a tag generati automaticamente in base al contenuto delle chiamate (mediamente difficile ma non impossibile). Google, non dimentichiamolo, ha dalla sua una potenza di calcolo mostruosa, la stessa che gli permette di restituire i risultati delle ricerche da un indice da oltre 10 miliardi di pagine (8,2 miliardi l’ultima volta che ho visto il numero, ad agosto 2005) in poche frazioni di secondo. Questa potenza di calcolo potrebbe essere virata all’analisi del traffico voce e dati sulle sue frequenze per generare introiti in un modo che nessuno ancora immagina.
Insomma, anche in un settore che pensiamo di conoscere abbastanza bene, la telefonia mobile, Google potrebbe sparpagliare un bel po’ le carte.