Se intorno al 1999 mi avessero detto che un giorno avrei scritto, all’interno di una rubrica intitolata “nostalgia informatica“, di Windows 98, mi sarei fatto una grassa risata. Non c’era nulla in quel sistema operativo che mi sembrasse degno di un moto di nostalgia, nulla che fosse lontanamente in grado di cancellare il recondito senso di colpa per l’abbandono dell’amato Amiga, nulla di misterioso e affascinante come il Macintosh – le cui macroscopiche imperfezioni, OS9 in primis, rimanevano celate da un gap di prezzo invalicabile.
Ma poi si sa, l’età avanza, la nostalgia informatica è canaglia, e non sempre le evoluzioni in cui allora riponevi le tue speranze si rivelano migliori di quel che hai lasciato.
Ecco che quindi oggi ho deciso di riavviare – dopo mesi in cui ho quasi esclusivamente sperimentato 7 – la mia potente macchina virtuale Windows 98, che con un solo core dedicato e 256MB di RAM allocata, è capace di trasformarsi in una furia sterminatrice, con tempi di caricamento di OS e applicazioni (anche recenti) che i più nuovi OS possono spesso dimenticare.
Dunque, si stava davvero meglio quando si stava peggio? Caffè od altro cordiale alla destra della tastiera, prepariamoci a scoprirlo in questo nuovo appuntamento con la tumultuosa preistoria tecnologica.
Windows 98 (1998) è il diretto successore di Windows 95 (di cui ci occuperemo presto), un OS rivoluzionario che ebbe il non trascurabile ruolo di cementare la leadership di Microsoft nel mondo dei sistemi operativi, parallelamente al declino della prima Apple.
Com’è tradizione per gli OS Microsoft, molti ritengono Windows 98 ciò che Windows 95 avrebbe dovuto essere fin dal momento del lancio (qualunque riferimento a Vista e 7 è puramente casuale). Funzionalità migliorate, una GUI perfezionata, un nuovo modello di driver (che ha posto le fondamenta per le successive edizioni di Windows) ma soprattutto un incremento della stabilità, particolarmente nella versione SE, rispetto all’infame livello di Windows 95 (per il quale fu addirittura rilasciato un vero e proprio Crapware, Norton Crashguard, che, disperato, ebbi anche il coraggio di acquistare per la modica somma di L. 45.000), fanno di Windows 98 un decente sistema operativo.
Windows 98 migliora notevolmente il supporto per le periferiche USB e l’implementazione delle funzionalità Plug&Play, che – come ricorderà chi ha passato nottate intere a combattere con i driver, prima di arrivare al solenne momento del boot da foppy DOS con annesso format c: – rimane tuttavia ancora piuttosto rudimentale.
La versione SE, rilasciata nel 1999, è la prima a integrare il browser web Internet Explorer (versione 5), proponendosi di abbattere le barriere fra web e contenuti in locale (in questo trovando un ottimo appiglio per difendere la scelta del bundling).
Se con Windows 98SE l’OS raggiunge una piena e totale maturità e un’accettabile stabilità, la versione successiva, Windows ME, riporta gli utenti Microsoft ai fasti di Windows 95, con una instabilità che minerà – stavolta senza essere attutita dall’effetto novità di Windows 95 – la reputazione di Microsoft, generando un volume di cattive recensioni destinato a rimanere ineguagliato.
Windows ME (2000), quarto classificato nella classifica di PCWorld dei peggiori prodotti informatici di sempre, è in effetti un OS pieno di bug, con poche e poco significative novità rispetto al predecessore, fra cui il tristemente noto System Restore (una funzionalità migliorata e reintrodotta in versioni successive dell’OS). Per fortuna, quasi parallelamente a ME debutta anche Windows 2000, e iniziano a vedersi le prime configurazioni dual boot, con il 2000 riservato al lavoro quotidiano e SE/ME per i giochi o poco più.
Poco dopo, nel 2001, arriva il momento di Windows XP, che unificando sotto il segno di NT (di cui XP è un’evoluzione diretta) le linee di prodotto consumer e professional di Windows, pone fine allo sviluppo della famiglia 9x, di cui la versione 98SE rimane senz’altro il ricordo migliore. Un ricordo pur sempre venato delle enormi frustrazioni per la soluzione dei problemi più banali e dai blu dei frequentissimi BSOD (Blue Screen of Death), che – per le ore perse – nemmeno fra cent’anni rimpiangerò.
Chiudiamo questa parentesi nostagica con quello che è forse il più emblematico ricordo di Windows 98: il BSOD durante una demo, alla presenza di sua maestà Bill Gates in persona. La causa scatenante? Il collegamento di uno scanner USB. Non aveva dopotutto torto chi coniò la formula “plug&pray”.