In italiano la parola “verme” non indica solo quella tipologia di invertebrato ed appartenente ad esempio al gruppo degli anellidi, ma possiede anche una non così simpatica accezione affine al significato di “canaglia” o persona spregevole.
Nel 1994 però la Shiny Entertainment decide di ribaltare questo paradigma prendendo proprio un lombrico per farne il protagonista di un nuovo videogioco, Earthworm Jim.
In realtà non è l’opera prima. Se non tutti tanti voi avranno almeno sentito parlare di Worms, il celeberrimo gioco per sviluppato dall’altrettanto famoso Team 17.
La tipologia però diverge e non poco; mentre l’opera, i cui primi episodi vennero ospitati con successo sull’Amiga, risultava abbastanza simile a Lemmings, Jim è il solo protagonista di un platform run&gun.
Armato di tuta spaziale, oggetto che gli ha conferito un’intelligenza ed una forza fuori dal comune (oltre alle sembianze umane), deve salvare il mondo, un compito certo non originale ma dannatamente divertente.
Prima di affrontare l’analisi tecnica del gioco, vorrei prima spendere due parole sulle menti responsabili di questo progetto.
La figura principale fu David Perry la cui carriera di sviluppatore comincia da teenager sul Sinclair ZX81.
Il suo talento gli permisero di fare della sua passione un vero e proprio lavoro (piuttosto remunerativo tra l’altro) a soli 17 anni nella City londinese. Lì i contatti e le collaborazioni soprattutto con la Virgin Games lo portarono a cambiare continente finendo negli States, il mercato più competitivo e all’avanguardia per quanto riguarda l’IT.
L’attitudine e l’indiscutibile bravura lo pongono a capo di team importanti ed i risultati non si fanno attendere, così come i premi della critica per opere quali Cool Spot ed Aladdin.
Memorizzate e mettete da parte temporaneamente questi due nomi perché torneranno utili tra qualche riga.
Stanco di lavorare al servizio di datori di lavoro terzi decide di fondare la propria compagnia, la Shiny Entertainment appunto, nome scelto in onore della famosa canzone dei REM.
Ed il primo progetto fu proprio Earthworm Jim, clamorosa hit dell’epoca, vincitore di premi della critica e porting di successo sulle piattaforme Sega e Nintendo.
Tra le varie persone conosciute negli anni alle dipendenze delle software house come la VG, una in particolare è degna di essere citata e si tratta di Doug Tennapel, eclettico artista nordamericano.
Dopo aver frequentato gli studi di animazione californiana, decide di passare alla sfida propostagli dall’industry e su progetti impegnativi come Jurassic Park ed il Libro della Giungla, entrambi blockbuster da milioni di dollari anche del grande schermo.
Ma perché vi ho chiesto di non dimenticare i due videogiochi citati poco sopra?
Il motivo è semplice e riguarda proprio il tipo di character design scelto per E-Jim.
Cool Spot, al di là della grafica davvero stupefacente, divertiva per le animazioni scelte nei momenti di pausa in cui l’utente non controllava il personaggio, dinamiche poi riprese proprio con Jim e riutilizzate in molti altri giochi dell’epoca, tra i quali Mickey Mouse: The Magical Quest di cui abbiamo già parlato.
I tratti dei personaggi infine, i colori caldi stile pastello invece ricordano molto da vicino opere della Disney come l’Aladdin il quale lo stesso Perry aveva contribuito a creare nello steso anno.
Attraversando 10 livelli di assoluto divertimento e pazzia, con dinamiche pick&pop, una molteplicità di armi da usare ed oggetti da tirare tra cui il suo stesso corpo, superati i boss di fine stage, a Jim resta solo il malvagio Psy-Crow per portare a termine il proprio compito.
Il gameplay assolutamente variegato che mescola situazioni di 1-on-1 a gare di corsa, alle classiche situazioni platform, una colonna sonora perfetta per un titolo così bizzarro ed una grafica ben contenuta inizialmente nei 24Mb di cartuccia del Mega Drive, ne fecero uno dei cavalli di battaglia proprio della console a 16 bit Sega.
Il successo fu testimoniato dalla sua presenza, guadagnata in un solo anno dalla prima pubblicazione, in tutte le piattaforme più diffuse dell’epoca portatili e non, fino allo stesso PC, senza dimenticare le serie di cartoni animati dirette proprio da Doug Tennapel e trasmesse negli Stati Uniti.
Il seguito nel 1995 non ebbe la stessa sorte (e tantomeno gli altri titoli della saga che però furono sviluppati non da Shiny Entertainment, nel 2002 acquisita da Atari) ma tecnicamente resta un titolo che vale la pena di essere giocato.
Dopo la cancellazione di un vociferato progetto per PSP, anche Jim è entrato nella squadra schierata dal Nintendo Wii sul servizio Virtua Console, ormai onnipresente ogni qual volta parliamo di vecchie glorie del mondo dei videogiochi.