Ho già scritto in passato di formazione e della disastrosa situazione in cui versa la scuola italiana, ma un recente fatto di cronaca mi spinge a scrivere di nuovo perché vedo che la situazione anziché migliorare, peggiora.
Come noto, visitando YouTube è possibile visionare centinaia di video, prodotti da studenti e docenti, che raccontano di una scuola spesso allo sbando e in mano a professori del tutto incapaci sia di insegnare la propria materia che di formare i giovani ragazzi.
Ebbene, il Ministro Fioroni ripete l’errore già commesso mesi fa e anziché prendere atto di una scuola tutta da rifare, decide di inasprire il divieto di uso dei telefoni a scuola, aumentando le pene per chi diffonde materiale audiovisivo senza il consenso delle persone riprese. E’ come voler far passare la febbre a chi ha l’influenza, semplicemente vietandogli di usare il termometro.
Io sono il primo a volere la tutela della privacy, e concordo sul fatto che non dovrebbero finire su YouTube video che ritraggono persone che non hanno esplicitamente dato il proprio consenso.
Non concordo, invece, sul fatto che il divieto si applichi anche ad immagini diffuse privatamente, ad esempio via MMS. In questo caso è come scattare una foto in una piazza e mandarla ad un amico. Non credo sia necessario far firmare liberatorie a tutti gli i passanti, o sbaglio?
Rivolgo una domanda al Ministro Fioroni: non è che anziché tutelare la privacy si vuole in realtà tappare la bocca a chi racconta, attraverso foto e video, una scuola degradata che troppo spesso è luogo di indicibili squallori?
Secondo Vittorio Zambardino , giornalista di Repubblica, la decisione di Fioroni è provvidenziale ed adeguata perchè cessa di puntare l’indice su YouTube & affini e riconosce che il problema non è dei media, ma altrove cioè nel ragazzo che riprende e manda il filmato online. A mio avviso si passa da un errore ad un altro. Sono, infatti, entrambi atteggiamenti errati.
Il Ministro ha dichiarato che il provvedimento si è reso necessario “perché gli studenti siano più consapevoli” (sic!), mentre a me pare che il provvedimento si è reso necessario perchè la società rischia di diventare consapevole della situazione in cui versa l’istruzione italica.
Io stesso ho vissuto sulla mia pelle esperienze molto negative a scuola, ma ai miei tempi i telefonini non avevano le fotocamere e YouTube non esisteva. Oggi questi strumenti, per fortuna nostra e sfortuna del signor Ministro, esistono e trasformano tutti i ragazzi in “reporter” capaci di mostrare al mondo degli “insight” altrimenti impossibili da vedere.
La scuola italiana deve compiere un serio esame di coscienza, cacciare i “professori” incapaci (attualmente illicenziabili) e premiare quelli meritevoli che ci sono, e sono pure tanti ma schiacciati all’interno di un sistema che li demotiva perché vedono il proprio lavoro premiato allo stesso modo di chi invece nulla fa.
Quindi, signor Ministro, anziché additare la tecnologia come causa di ogni male, prenda atto di quel che avviene nelle scuole sotto la sua responsabilità e prenda provvedimenti affinché gli orrendi episodi che questi video testimoniano non abbiano più a ripetersi.