C’era una volta, tanto tempo fa, un’azienda chiamata Aureal Semiconductor che appena giunta sul mercato dei processori audio riuscì ad infastidire il colosso monopolista produttore delle Sound Blaster grazie alla rivoluzionaria accoppiata tra il processore Vortex AU8820 e l’API Aureal A3D 1.0. Il successo e la risonanza delle schede audio basate su questo processore audio furono notevoli per l’epoca, soprattutto considerando lo strapotere di Creative a livello di marketing ed immagine, ma nonostante tutto Aureal Semiconductor dichiarò bancarotta nel 2000, soli pochi mesi prima dell’altrettanto sentita perdita di 3dfx Interactive.Ho voluto intavolare questo post raccontando brutalmente la parabola di un’altra azienda del panorama multimediale informatico degli anni 90 per porre l’accento su quanto la frase “se ne vanno sempre i migliori” si addica a tale ambito, un mondo nel quale troppo spesso la competizione tecnologica sfocia in azioni legali che vanno inevitabilmente a colpire finanziariamente le aziende più deboli.Aureal Semiconductor è un’azienda californiana fondata nel 1995 da Kenneth Kokinakis sulle macerie dell’ormai defunta Media Vision, un’altra azienda americana che nella prima metà degli anni novanta commercializzò le schede audio della famiglia Pro Audio Spectrum. Nel 1997 Aureal rivoluzionò il mondo delle schede audio per personal computer presentando contemporaneamente il processore Vortex AU8820 e l’API Aureal A3D 1.0. L’evento suscitò notevole interesse per due ragioni. Innanzitutto nessuna azienda, nemmeno la stessa Creative (che organizzò qualcosa del genere un anno più tardi con le Sound Blaster Live! e le EAX), aveva mai presentato in grande stile una completa piattaforma hardware/software dedicata alle schede audio consumer per PC. In secondo luogo le caratteristiche tecniche messe in campo da Aureal rappresentavano l’apice delle tecnologie audio applicate al mercato consumer per PC.Il Vortex AU8820 era il frutto di due anni di ricerca e sviluppo ed era in grado di elaborare oltre 300 MIPS. La sua architettura si basava su un interfacciamento PCI in grado di gestire fino a 48 flussi audio in streaming dalla memoria del PC, mentre internamente al chip era utilizzato un bus proprietario denominato Vortex Dataflow Bus (VDB) in grado di gestire ben 100 stream audio. Grazie alla sua notevole potenza di calcolo le operazioni di conversione della frequenza di campionamento erano eseguite ad altissima qualità, con un rapporto segnale/rumore pari a 95 dB, un ottimo risultato per l’epoca.Vero fiore all’occhiello del prodotto di Aureal era rappresentato dalla particolarissima tecnologia di audio posizionale messa a punto e denominata Aureal A3D. Questa è basata su avanzati algoritmi di Head Related Transfer Function (HRTF), la cui origine risale addirittura ad un progetto della NASA chiamato Virtual Environment Workstation Project. Questi algoritmi hanno l’obiettivo di definire una funzione di trasferimento in grado di descrivere come un suono, caratterizzato dalla sua posizione e dalla sua frequenza, è trasformato dalle proprietà di riflessione e rifrazione della testa e dell’apparato uditivo, proprietà sulle quali si fonda la nostra capacità di identificare la posizione di una sorgente sonora.Mentre l’EAX di Creative, che, ricordiamo, arrivò solo un anno più tardi, si limitava ad applicare ai suoni filtri prestabiliti in base alla zona dell’ambiente tridimensionale in cui ci si trovava, l’Aureal A3D richiedeva in input la vera e propria geometria della scena tridimensionale ed utilizzava tali informazioni, unite alle proprietà di riflessione/rifrazione applicate alle singole superfici ed alla posizione dell’ascoltatore e delle fonti sonore, per calcolare la sua HRTF, sfruttando quando possibile anche le istruzioni MMX dei processori Pentium. Il risultato era una riproduzione dell’audio posizionale molto particolare, in grado di trasmettere al videogiocatore una sensazione di profondità del suono con il solo ausilio di due altoparlanti. Quest’ultimo non era un aspetto da sottovalutare considerando che ci troviamo agli albori dell’audio posizionale e che, quindi, era raro vedere più di due casse collegate ad un personal computer.
Non contenta del successo ottenuto, solo un anno più tardi, nel 1998, Aureal presentò il suo nuovo processore audio Vortex 2 (AU8830) assieme alla versione 2.0 dell’A3D. Anche in questo caso il salto tecnologico fu notevole se rapportato all’appena presentato EAX di Creative. La seconda generazione di processori Vortex portava la sua potenza di calcolo a ben 800 MIPS il che gli consentiva di applicare algoritmi di HRTF più complessi e realistici. Il numero di fonti sonore dell’ambiente posizionale elaborate in parallelo passò da 16 a 64, mentre salì da 48 a 64 il numero di canali DMA per l’accesso verso la memoria RAM del PC. Inoltre con il Vortex 2 Aureal introdusse anche un circuito custom che eliminava in hardware il problema del crosstalking, cioè la diafonia dovuta all’interferenza elettromagnetica che si può presentare quando due segnali passano fisicamente su cavi vicini, molto comune tra i due canali di un segnale stereo.Aureal ebbe un interessante successo commerciale e celebre fu la scheda audio Diamond Monster MX300 di Diamond Multimedia, una delle massime espressioni del chip audio Vortex 2 grazie ad alcuni accorgimenti costruttivi come un DAC a 18 bit ad alta qualità e i connettori placcati in oro.Come tristemente annunciato all’inizio di questo post, l’avventura di Aureal Semiconductor ebbe fine nel 2000, a seguito di una battaglia legale sostenuta contro Creative nel corso degli ultimi due anni, battaglia che riuscì persino a vincere, ma che ne prosciugò le risorse economiche al punto da costringerla a svendersi alla stessa Creative per 31 milioni di dollari.