Sarkozy, il criticato Presidente della Repubblica Francese, ha in mente un piano per impostare un “filtro antipirateria” che “civilizzi” la rete, ora (secondo lui) infestata da pirati e criminali.
La Francia si muove quindi in direzione opposta alla net neutrality, ovvero al concetto secondo cui tutti i pacchetti di dati che viaggiano sulla rete devono avere la stessa priorità. Non applicare questo principio vuol dire, ad esempio, favorire alcuni dati a scapito di altri con software appositi. Ovviamente è sul criterio con cui si applicano i flitri che si gioca la partita politica. Come posso decidere di dare la priorità al video (vedi le varie offerte di TV via ADSL) posso decidere di bloccare traffico che ritengo “illegale”.
Sarko pare volersi muovere, invece, in direzione opposta al solo filtro tecnico ed è facile capire il perché, dato che il suo “braccio destro” in questa campagna di esportazione di civiltà nel web c’è Denis Olivennes, CEO di FNAC e capo della commissione di studio voluta da Sarko.
Dal punto di vista tecnico dobbiamo subito rilevare che esistono già tecnologie e sistemi volti a filtrare il traffico sulla rete, che sono spesso usati ad esempio da università e uffici pubblici, ma tali tecnologie hanno dimostrato di incappare in due grossi limiti. Se non entrano nel merito del contenuto dei dati scambiati, rischiano di essere dei filtri troppo grossolani e bloccare anche traffico “non pirata”. Se, invece, entrano nel merito dei dati scambiati, sono sì più precisi ma allo stesso tempo sollevano un gravissimo problema di privacy e, a mio avviso, di etica.
Personalmente sono contrarissimo a qualsiasi forma di controllo preventivo del mezzo internet. Deve affermarsi il modello di net neutrality perchè questo è il modello voluto dai padri ideatori di internet. Certamente deve poi essere punito chi, per mezzo di internet o su internet, compie reati. Allo stesso tempo ritengo siano più che applicabili filtri di carattere tecnico, in modo da garantire la fruizione di determinati servizi, a patto che il tutto sia comunicato al consumatore con trasparenza da parte dell’ISP.
Violare la net neutrality e imporre filtri con altri scopi è qualcosa di estremamente pericoloso perché mette lo strumento internet nelle mani del potere politico, il quale può pilotarlo a suo piacimento. Si pensi ad esempio alla Cina, dove internet non è libero ma rigidamente controllato e pilotato dal potere politico, purtroppo anche con l’ausilio di compagnie private occidentali.
Io sono d’accordo con David Weinberger quando afferma che viviamo in anni decisivi, in cui bisognerà lottare strenuamente per affermare la net neutrality perché ora che internet dimostra di essere uno strumento potentissimo, gli occhi del potere si posano su di esso con avido interesse.