Si parla della possibilità da parte di Google di offrire ai propri utenti un drive virtuale online per il back up dei propri file da un eternità. Quando fu presentata la Gmail e la sua (allora) incredibile e rivoluzionaria capacità di 1 GB, a tutti parve ovvio che un servizio di storage remoto fosse alla portata del colosso americano, e da allora in tanti lo attendono (il famigerato Gdrive). Per chi proprio non può aspettare val la pena di ricordare il plug in per Firefox che permette di utilizzare la Gmail proprio come un hard disk remoto, tuttavia interessanti novità starebbero per arrivare: a dirlo è una voce autorevole come il Wall Street Journal.Attualmente il servizio Gmail sfiora i 5 GB, e altro spazio è messo a disposizione per la pubblicazione di immagini con i photo album online di Picasa e per i documenti generati dagli applicativi AJAX della suite Google Docs. Cosa ci dobbiamo aspettare in futuro? Documenti interni dell’azienda californiana, resi pubblici per errore nel marzo 2006 riportavano che Google era allora già pronta a farsi carico dell’archiviazione di tutti i dati dei propri utenti, facendo riferimento, a documenti da ufficio, foto, email, bookmark e cronologia web, ed è lecito aspettarsi un consistente consolidamento di tali possibilità a distanza di quasi due anni.Quindi Gdrive sta per essere presentato al grande pubblico? No, e non è mai nemmeno stato nei piani di Google. I vertici dell’azienda vedono piuttosto lo storage remoto come una componente essenziale di tutta una serie di nuovi servizi destinati all’utente finale. Non un semplice sistema di backup quindi, ma una sempre più completa suite di applicativi web, dedicati sia ala produttività aziendale e personale sia all’intrattenimento, che permettano la fruizione e la condivisione di documenti, musica, foto, video e chissà cos’altro direttamente via web, senza l’ausilio di software installato nel proprio pc, in qualunque luogo e su qualsiasi piattaforma, dai pc agli smartphone.Una vera rivoluzione, che vuole slegare completamente l’utente dalla piattaforma e dagli applicativi, non servirà nient’altro che un browser per gestire un vero e proprio sistema quasi completamente remoto, potenzialmente interconnesso condiviso con tutta la rete, secondo le proprie esigenze. Un sistema che sempre di più va in contrasto con il diverso approccio di Microsoft con Office Live , che ha realizzato uan piattaforma di condivisione di documenti all’interno di gruppi di lavoro basata sulla suite Office, largamente dipendente quindi da software installato nei pc.Se il tallone d’Achille dell’offerta Microsoft è la forte dipendenza dal software e dalla piattaforma SO/hardware (da cui la compagnia di Redmond non ha assolutmente niente da perdere, vista la sua posizione dominante), le applicazioni web sono ben lontane dal poter offrire le funzionalità avanzate che un software installato in locale può offrire. C’è da dire però che raramente ci si trova ad utilizzare funzionalità avanzate dei propri applicativi che non possono essere offerte attualmente via web, e c’è da scommettere che il divario in futuro diminuirà sensibilmente.Nel caso delle applicazioni via web si presenta anche il problema della connettività: se la linea non c’è non solo non si recuperano file, ma non si lavora e non ci si diverte, C’è da aspettarsi però che Google stia pensando anche a questo. C’è da aspettarsi che Prodotti come Android e Google Desktop in futuro avranno anche il compito di non abbandonare l’utente quando è offline.Non ci resta che aspettare, con trepidazione.
Novità in arrivo da Google: non chiamatelo storage
- Enrico Pascucci
- Tutti gli Appunti Digitali
- 29 Novembre 2007
- (4)
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