Qualche settimana fa avevamo dato conto di un rumor così insistente da essere commentato dallo stesso Otellini, relativo alla limitazione a 3 programmi eseguibili contemporaneamente nella versione Starter – destinata ai netbook – di Windows 7. Una mossa questa che per Microsoft avrebbe significato esporsi a notevoli rischi sotto il profilo delle quote di mercato nel segmento dei nuovi subnotebook low cost, ma che di converso le avrebbe consentito, almeno potenzialmente, di spingere gli utenti e gli OEM verso l’acquisto di licenze più remunerative.
La notizia del 29 maggio è che invece Microsoft ha deciso di rivedere le strategie trapelate settimane fa e rimuovere ogni limite all’esecuzione di programmi nella versione Starter. Un cambiamento di rotta questo dettato dal feedback ricevuto da “partner e clienti”, che fa tirare un sospiro di sollievo un po’ a tutto il mercato e soprattutto rappresenta un segnale positivo circa la rinnovata capacità del colosso di Redmond di reagire alle esigenze del mercato, cui non è di certo estraneo il non luminoso debutto di Vista e la necessità divenuta mano a mano imprescindibile, di puntare tutto su Seven.
Non sorprende d’altronde l’aggressività con cui Microsoft persegue il successo in ogni segmento di mercato, un’attitudine che l’azienda guidata dal timido e retrivo Steve Ballmer, può finanziare attingendo a ricchissime riserve economiche.
Nel frattempo sul mercato vanno debuttando soluzioni ultraportatili con elevata autonomia basate sulla nuova generazione di processori ULV di Intel, un trend che potrebbe spostare l’interesse della clientela verso sistemi capaci più dei netbook di remunerare produttori di hardware e di software.
Per ulteriori considerazioni relative al mercato netbook al tempo dei sistemi CULV rinvio a questa precedente analisi.