Neo Geo Pocket: il flop portatile SNK

Neo Geo PocketCom’è o come non è , per usare le parole di Flavio Tranquillo, Neo Geo è un nome che ha fatto la storia dei videogiochi.
Abbiamo ripercorso a grandi linee la storia della società e della console arcade, la più longeva che si ricordi a memoria d’uomo, sia nella versione “deluxe” (AES) sia in quella economica (MVS).

Raggiungere il successo è difficile, ripetersi, lo sanno bene tutti gli sportivi, è operazione assai più complicata.
Un prodotto che ha goduto di fama internazionale anche nel mercato parallelo del collezionismo-retrogaming doveva avere la sua nemesi, il suo gemello cattivo.
D’altra parte i flop, lo abbiamo già visto, sono parte del gioco ed altrettanto importanti a comporre quel pazzo mondo della VG industry.
E la versione portatile del Neo Geo è stata a tutti gli effetti un totale buco nell’acqua.


Neo Geo Pocket

Se si potesse fare una classifica delle console con il ciclo di vita più breve della storia il Neo Geo Pocket potrebbe recitare una discreta parte da protagonista ed entrare se non nella vostra top 5 all time, sicuramente nei primi dieci nomi.

La domanda quindi è come possono gli stessi nomi, gli stessi personaggi in linea di massima (dirigenza progettisti e sviluppatori), pervenire a risultati così scadenti.
E’ il più classico dei “perché un flop?”.

Nintendo ha costruito il suo successo su una filosofia sempre differente dalla linea di tendenza dell’epoca ed anzi imponendola non solo sul resto dei competitor ma anche sull’utenza che evidentemente ha gradito in questi decenni di presenza sul mercato.
Mentre tutti spingevano sulle prestazioni sull’ampliamento delle funzionalità “normali” di una console (ricordate il TVTuner del Game Gear) e soprattutto sul colore a discapito però del peso e autonomia, la grande N sfoderava il primo Game Boy di cui abbiamo da poco festeggiato il ventennale: schermo monocromatico, una console decisamente ergonomica, semplice, pulita e soprattutto con un parco giochi da urlo (basta ricordare le sole franchise Super Mario e Tetris per mettersi tutti d’accordo).
SNK ha seguito lo stesso esempio.
C’è però un particolare, l’ha fatto praticamente un decennio dopo.

Ormai la potenza computazionale era arrivata ad un punto tale per cui la grafica, la ricerca dei poligoni e dei colori (ricordiamo che siamo in piena era Playstation e sta per uscire il Dreamcast, quindi a cavallo tra quinta e sesta generazione) risultavano fattori dominanti, decisivi al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il progetto iniziale fu dei primissimi anni ’90 e non è ancora chiaro il motivo della così tardiva uscita sul mercato.
Forse la dirigenza, distratta dal doversi occupare del settore coin-op e stand alone non ritenne fondamentale dedicarsi anche al segmento portable in tempo o forse non disponeva delle necessarie risorse (finanziarie e strutturali), fiduciosa sul fatto che bastasse la tradizionale lineup SNK a recitare un ruolo decisivo.

Il 27 ottobre 1998 il Neo Geo Pocket diventa realtà e fa la sua comparsa sul mercato nipponico, proponendo le seguenti caratteristiche tecniche:

  • CPU: Toshiba TLCS900H 16 bit con clock a 6.144 Mhz
  • RAM: 16 KB di cui 4 dedicati alla gestione del sonoro
  • Video: schermo Reflective TFT monocromatico (8 livelli di grigi) con risoluzione 160*152px (schermo virtuale 256*256)
  • Audio: coprocessore dedicato Zilog Z80 che controllava l’SN76489, 6 toni stereo PSG e
  • Supporto: cartuccia fino a 2 MB
  • Autonomia: 20 ore dichiarate con 2 pile AAA
  • Peso: 160 grammi

Riesce a ritagliarsi un pochino di spazio (oscillando tra l’1.5% ed il 2%) anche grazie a titoli come King of Fighters R-1 e Samurai Shodown, ma il suo destino sembrava già segnato di fronte ad uno strapotere Nintendo la quale, all’epoca, deteneva il 90% dello share totale portable.

Meno di cinque mesi dopo, data 16 marzo, corsero ai ripari proponendo la versione Color che ebbe effettivamente un po’ più di seguito (anche perché fare peggio della prima versione era praticamente impossibile); ormai la partita era però decisamente persa.

Proviamo a fare il giochino delle sliding doors: cosa sarebbe successo se il NGP fosse uscito tra il 1991 e il 1993 quando il Game Boy sì dominava ma le sale giochi si riempivano dei beat’em up, action e giochi di sport targati SNK?

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