L’home page di Google la conosciamo tutti, il pulsante in questione è quello con su scritto “Mi sento fortunato”. Personalmente pur trovandomelo davanti più e più volte durante ognuno dei miei vagabondaggi per la rete, ormai non lo vedo neanche più e non mi capita mai di usarlo. L’utilità del bottone infatti è alquanto scarsa nella ricerca mirata di informazioni, ne è consapevole anche Sergej Brin, uno dei co-fondatori del colosso californiano, e fin qui niente di male. Secondo uno studio reso noto da Rapt (una importante compagnia che opera nel marketing online) il tasto “Mi sento fortunato” provoca una perdita di 110 milioni di dollari all’anno, che potrebbero entrare nelle casse di Google inc. semplicemente eliminandolo dalle pagine del motore di ricerca.
Quando l’utente effettua una ricerca, i risultati sono conditi con link sponsorizzati attraverso l’arcinoto servizio adWords, e grazie a questi il servizio di ricerca di Google batte cassa. L’utilizzo se pur sporadico di questo servizio da parte degli utenti, porta direttamente verso una pagina web esterna, impedendo la visualizzazione e quindi di clickare i link sponsorizzati, ed ecco che i soldi se ne vanno.
Sergej Brin e la vice presidente Marissa Mayer di togliere il tasto in questione però non vogliono sentirne parlare. Secondo loro infatti è molto più di una funzionalità accessoria ma ha un valore etico e simbolico. Prima di tutto rappresenta il costante lavoro per il raggiungimento della perfezione, ovvero trovare al primo colpo ciò che l’utente desidera, inoltre rappresenta la politica aziendale di Google, che si vuole guadagnare ma che non ha come unico obiettivo il profitto ad ogni costo, ma seguendo anche la passione e l’estro che chi lavora in Google ci mette ogni giorno.
Insomma, secondo i dirigenti di Mountain View sono 110 milioni di dollari ben spesi (briciole).