È di qualche giorno fa la notizia secondo cui marchi importanti nel panorama informatico (Asus, Acer, MSI), non hanno raggiunto gli obiettivi di vendita prefissati per i sistemi di fascia netbook. Nel mentre anche la domanda di CPU Atom rallenta.
Crisi economica a parte, una spiegazione offerta dagli analisti circa il fenomeno, concerne una potenziale saturazione dei mercati evoluti che finora hanno assorbito la gran parte dell’offerta – il netbook, secondo Fudzilla e altre fonti, non sembra aver fatto finora presa sui mercati emergenti.
Con i processori CULV di Intel destinati a prodotti di fascia di prezzo superiore, a quale innovazione è legata l’evoluzione del segmento?
Mentre l’industria sembra compatta nello spingere in alto le specifiche (e i prezzi) degli ultraportatilili – è in piena fase di debutto una serie di prodotti da 13.3″ di aziende come Dell, MSI, Olidata – non è ancora ben chiaro quali evoluzioni tecnologiche interesseranno il segmento netbook vero e proprio.
Di certo i bassi margini prodotti dal segmento, non rappresentano per gli OEM un incentivo sufficiente ad effettuare massicci investimenti in ricerca e sviluppo. D’altro canto l’innalzamento delle specifiche e dei prezzi del segmento – sebbene produca maggiori guadagni per gli OEM – va incontro al limite imposto da aziende direttamente o indirettamente coinvolte nella loro produzione, Intel e Microsoft in primis, che temono una rifocalizzazione complessiva del mercato su dispositivi economici.
Negli anni ci siamo infatti abituati a tecnologia sempre più performante, a prezzi sempre più bassi. Il netbook, essendo partito da prezzi bassissimi, ha seguito invece un trend piuttosto diverso, che ha richiesto a tutti i soggetti coinvolti nella sua produzione il massimo sforzo di economizzazione fin dal principio: è questo il “peccato originale” da cui deriva il cul de sac in cui l’industria si trova attualmente.
Nel frattempo AMD, che ha perso clamorosamente il treno del netbook per non aver offerto in tempo alternative, magari più performanti, alla piattaforma Atom, punta con Neo ad una fascia di prodotti di prezzo superiore.
Tutte queste considerazioni ci restituiscono un fronte x86 che tenta di allargare il gap di prezzo e dotazioni fra gli attuali netbook e la nuova, imminente generazione di ultraportatili da più di 12″ e prezzo uguale o maggiore di € 600. In questo quadro è più probabile che ciò che oggi chiamiamo netbook – un prodotto che è contraddistinto innanzitutto da dimensione minore o uguale a 10″ e prezzo molto aggressivo – segua la strada di una progressiva miniaturizzazione.
Un percorso che non può – malgrado il citato problema dei margini – svolgersi a ritmi troppo blandi, dal momento che in assenza di innovazioni rilevanti, l’alternativa potrebbe essere il consolidamento del trend di saturazione, mentre una pletora di alternative non x86, ARM in testa, si affacciano al mercato portando in dote caratteristiche tecniche molto competitive.