Qualche sera fa, in un B&B su un’isola remota al sud dell’Irlanda, ho notato, frugando tra una quantità incredibile di libri lasciati volontariamente o dimenticati da turisti di passaggio, una videocassetta cassetta dalla forma particolare… una vecchia U-matic.
Perciò oggi, grazie a quest’imprevisto e piacevole incontro, il post di Videodrome – ai confini del video verterà interamente sul formato video U-matic.
L’U-matic è un formato video analogico usato per la riproduzione su nastro magnetico contenuto in videocassette, ideato da Sony nel lontano 1969 (come prototipo) e lanciato sul mercato nel settembre 1971. La sua caratteristica principale era quella di contenere, per la prima volta in assoluto, il nastro all’interno di un “case” di materiale plastico.
Perché il nome U-matic?
Il nome deriva dal movimento ad U che il nastro è obbligato a compiere, durante il caricamento, intorno al tamburo posizionato tra le due testine rotanti; questo prodotto è anche largamente conosciuto come il “3/4” per le dimensioni del nastro che sono appunto, pari a ¾ di pollice (poco più di 19mm).
Movimento ad U:
Parte del progetto di sviluppo del formato ha anche previsto, nel 1970, un accordo tra Sony, Matsushita, JVC e altre 5 aziende non giapponesi, per l’unificazione dello standard video U-matic.
Fin dall’inizio non era stata comunque prevista una diffusione di questo standard per il “largo consumo”; non un prodotto commerciale, ma un prodotto professionale rivolto soprattutto ai professionisti del settore come televisioni o case di produzione filmica.
Interno U-matic:
Nel formato standard per la trasmissione televisiva, la risoluzione orizzontale delle immagine registrate su nastro U-matic è di circa 250 linee (il broadcast in NTSC arriva a 330) e la durata delle videocassette è di 60 minuti.
Postazione montaggio U-matic:
Esistono tre livelli qualitativi: Low Band (LB), High Band (HB) e SP.
Il formato U-matic originale è conosciuto come Low Band, l’High Band è subentrato successivamente per incrementare la qualità dell’immagine registrata e è il primo ad essere stato utilizzato per il broadcasting. L’SP, Superior Performance, è l’ultimo livello qualitativo lanciato sul mercato; l’SP utilizza un chrome tape per migliorare la risposta video e diminuire il rumore. LB e HB, i più diffusi, anche se presentano stessa forma e dimensioni, usano lettori diversi non intercambiabili; cercare di riprodurre un LB con un registratore HB (o viceversa, oppure tra PAL e NTSC) risulta in una visione in bianco e nero.
La Sony classifica i modelli LB con la sigla iniziale VO, mentre gli HB con la sigla BVU.
Il tempo massimo di registrazione è di 74 minuti in Low Band e 60 in Hi Band (PAL), ma sono state prodotte anche cassette più piccole, chiamate U-Matic S da 20 minuti. In fase di ripresa è stato proprio l’S, soprattutto nel settore giornalistico e documentario, a sostituire definitivamente la pellicola 16mm per le riprese sul campo.
U-matic:
L’Umatic è stato largamente utilizzato fino ai primi anni ’90, quando la stessa Sony ha introdotto un nuovo formato: il Betacam, qualitativamente superiore in fase di registrazione.
Per anni molte televisioni hanno lavorato utilizzando parallelamente U-matic e Betacam (la versione SP della U-matic voleva avvicinarsi qualitativamente alla Beta) anche se, alla fine, il Beta ha scalzato il suo predecessore; comunque, ancora oggi è possibile trovare qualche emittente che possiede ed utilizza l’U-matic (ancora molto usato a scopo didattico), formato che, anche se non più largamente diffuso come nei decenni passati, rappresenta ancora un prodotto molto valido perché durevole ed economico.
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