Il debutto dei computer di fascia netbook, più o meno contemporaneo al rilascio di Vista, ha costretto Microsoft ad affrontare un’inversione di rotta sulle proprie strategie relative al mercato OS. Se Vista nasceva per offrire miglioramenti nella sicurezza, nella stabilità e nella UI a computer ben forniti sotto il profilo hardware, il fenomeno netbook ha preso forma a partire da presupposti molto diversi: hardware e prezzo al pubblico ridotti all’osso, performance idonee per l’esecuzione delle applicazioni di uso più comune, massima mobilità.
Con il brusco ritorno a XP prima e l’allestimento a tempo di record di Windows 7 – che dovrebbe vedere la luce entro il Q4 2009 – poi, Microsoft ha risposto colpo su colpo al boom dei netbook. L’operazione di contenimento dell’alternativa Linux – che su prodotti economici come i netbook può far valere costi molto competitivi – è dunque riuscita, ma a costo di una sostanziale riduzione dei margini per licenza venduta.
In questo quadro già complesso, va inserendosi un nuovo elemento che rischia di rendere ancora più difficile la posizione del colosso di Redmond: lo sviluppo, da parte di Intel, di una propria distribuzione Linux mirata a sfruttare al 100% i processori Atom che equipaggiano la quasi totalità dei netbook in vendita: Moblin.
L’OS sviluppato da Intel si trova attualmente in fase Alpha ma promette faville: tempi di caricamento estremamente ridotti – Intel mira a circa 2 secondi per la versione definitiva – oltre allo sfruttamento di tutte le capacità di risparmio energetico della piattaforma Atom.
Per Intel, Moblin rappresenta in un certo senso una necessità: nell’imminenza dell’arrivo dei netbook ARM, il gigante di Santa Clara ha bisogno di assicurarsi che i suoi prodotti arrivino sul mercato con feature e prezzi competitivi con quanto le CPU della famiglia Cortex sono in grado di offrire.
Sul fronte Microsoft di converso, è di pochi giorni fa un rumor – non ancora smentito – che vorebbe l’azienda impegnata nella creazione di una versione “Starter” di Windows 7 destinata ai netbook, capace di eseguire un massimo di 3 applicazioni contemporanee. La speranza è quella di invogliare gli utenti ad acquistare un upgrade, ma la mossa che non ha mancato di suscitare perplessità nella stessa Intel.
Non è solo sul fronte tecnico che Moblin potrebbe porre a rischio la presenza di Microsoft nel segmento netbook: come Microsoft e forse più di Microsoft, Intel possiede solide partnership con gli OEM, che potrebbero agevolare una rapida diffusione di Moblin sul mercato.
Proprio quest’ultimo elemento, fa dell’OS sviluppato da Intel un’alternativa a Windows molto più credibile di quanto non siano Android e Ubuntu, in un mercato netbook che, benché vada evolvendosi in direzione di un incremento delle specifiche HW e dei prezzi, potrebbe continuare a vedere il grosso dei volumi muoversi attorno alle prime fasce di prezzo.
Ho l’impressione che se e quando lo vedremo Moblin sul mercato dipenderà non tanto dai tempi di sviluppo – Intel possiede una enorme flotta di programmatori – quanto dalle strategie che Microsoft seguirà nel segmento netbook.