Lo Spam è uno dei lati peggiori del web; si era dato un forte scossone lo scorso Novembre quando i providers tagliarono fuori la McColo Corporation, società di web-hosting californiana utilizzata dagli spammer per coordinare gli attacchi.
L’impatto fu immediato e il volume dello spam di botto calò del 75%. A distanza di pochi mesi, sfortunatamente, ci risiamo: durante la metà di marzo è stato riscontrato che il 94% delle email inviate contenevano Spam.
Dall’inizio di quest’anno il volume di questi messaggio è aumentato di circa 1.2 % al giorno, e secondo gli esperti del settore gli spammers stanno costruendo una struttura decentralizzata, sfruttando la tecnologia peer-to-peer, evitando cosi di utilizzare un unico nodo per le loro campagne.
Inoltre ultimamente si sta sviluppando un nuovo tipo di attacco chiamato “location-based spam” che consiste nell’inviare all’utente sprovveduto un link, che riporta ad una pagina web fittizia, la quale utilizza l’indirizzo IP per identificare la città del malcapitato, e mostra cosi delle news “locali” con relativo video: quando si tenta di riprodurre quest’ultimo il computer viene infettato con un virus.