La notizia ha qualche giorno, lo ammetto, ma fa comunque riflettre sulle scelte che le grandi corporation del mondo dell’IT effettuano in materia di “cooling” per i propri PC di alta gamma, e nello specifico per il settore High End Gaming.
La US Consumer Product Safety Commission (Commissione Statunitense sulla Sicurezza dei Prodotti per i Consumatori) ha infatto obbgligato la ACER ad effettuare un richiamo ufficiale per alcuni modelli di “Predator” della loro serie gaming, e nello specifico i modelli ASG7200 e ASG7700, che in USA vengono venduti a prezzi che raggiungono i $3,000.
La ragione principale del richiamo risiede nel fatto che alcuni PC, sotto determinate condizioni di utilizzo estremo (sessioni di gaming intenso… ma non erano stati progettati proprio per questo?) hanno subito un surriscaldamento di alcune componenti interne (dalla ACER non meglio precisate) e che quindi hanno, addirittura, preso fuoco. Ebbene si, pare che alcuni PC pare siano andati letteralmente in fiamme.
Senza voler creare allarmismi, i casi di veri e propri Predator incendiati si contano sulla punta delle dita della vostra mano destra, e sinceramente il più delle volte si è trattato di un po’ di fumo (niente arrosto quindi) che è fuoriuscito dal case del PC. Ma la reputazione di un marchio come ACER non si può rischiare, e quindi il richiamo in massa dei PC venduti (negli USA solamente sono stati venduti qualche migliaio di sistemi, mentre quelli richiamati in Europa pare siano sui 200 circa).
Non avendo a disposizione che immagini dei PC danneggiati, non posso con certezza affermare quale sia stato il problema di questi PC decisamente ben equipaggiati (potete leggere le caratteristiche direttamente dal sito della ACER o dal sito dedicato, Acer Predator).
Analizzando però le foto ufficiali del prodotto, ed usando un minimo di intelligenza, si riesce ad immaginare, con ovviamente il beneficio del dubbio, che il problema sia la scarsa ventilazione che insieme alla non corretta gestione dei cavi interni di alimentazione delle varie periferiche (HD, schede video, lettori ottici) ha portato al surriscaldamento degli stessi e quindi a potenziali corto circuiti.
Ecco come si presenta l’interno di un Predator della ACER:
Image courtesy of Newegg.com
Image courtesy of Newegg.com
Dalle immagini qui sopra postate, si può notare come proprio davanti alle periferiche di memorizzazione (il rack per HDD) siano posizionati, un po’ alla rinfusa tutti i cavi di alimentazione, compreso il cavo principale di alimentazione della scheda madre. Il tutto poi viene coperto da una paratia in plastica che ricopre non solo i cavi stessi, ma anche la parte superiore destra della scheda madre, nascondendo alla vista i banchi di RAM.
Sfruttando una sola ventola da 120mm sul retro, che tra l’altro viene usata per raffreddare il radiatore del sistema di raffreddamento a liquido prodotto dalla ASETEK, è caso certo che si crei una situazione decisamente “calda” all’interno del PC. Se poi la disposizione dei cavi ha di fatto favorito il loro surriscaldamento, e quindi che le protezioni si siano in alcuni casi sciolte ed abbiano prodotto cortocircuiti, è una conseguenza diretta della gestione decisamente pessima dell’assemblaggio del pc.
Sinceramente non mi aspettavo da una azienda come la ACER un così cattivo esempio di assemblaggio, soprattutto quando suoi competitors diretti, come la HP, hanno già da tempo presentato gaming PC con una configurazione simile a livello HW, ma decisamente più curati sotto l’aspetto assemblaggio e raffreddamento.
Proprio la HP con il suo Blackbird 002 rappresenta per il mercato americano un punto di riferimento, sia per quanto riguarda l’estetica (ma questa è soggettiva) sia per quanto riguarda l’ottimizzazione degli spazi e di conseguenza anche dell’assemblaggio, con ovvia conseguenza una cura particolarmente maniacale per la disposizione dei cavi dati e di alimentazione.
Già l’immagine “ufficiale” della prima versione di PC HP qui sopra dimostra senza ombra di dubbio che la gestione dei cavi di alimentazione è stata affrontata in maniera ben diversa rispetto ad ACER. Ovviamente il case è stato progettato ad hoc, per ospitare anche una scheda madre di formato proprietario. Ma i cavi sono cavi…
La seconda versione del Blackbird, la 002, monta invece una scheda madre di design e formato tradizionale ATX (forse una Striker Extreme?) ma come si vede, anche in questo caso i cavi sono stati diligentemente, ed intelligentemente fatti convogliare sul retro del case, non impedendo il flusso d’aria, e permettendo quindi una areazione ottimale dell’intero case (i cavi vengono perfettamente organizzati sul retro della scheda madre, in un alloggiamento appositamente ricavato).
Anche questa seconda versione monta un raffreddamento a liquido, contando stavolta su di un radiatore che supporta 2 ventole da 120mm, ed è posto sulla paratia superiore del case, accelerando quindi il normale risalire dell’aria calda.
Alla luce dei fatti, ora come ora non consiglierei ad un amico di acquistare un PC preassemblato, soprattutto se questo è destinato al gaming (e quindi con componenti “caldi“). Ed in caso che questo fantomatico amico comunque decidesse di non seguire i miei consigli, gli indicherei l’HP Blackbird 002 come un ottimo esempio di assemblaggio accurato. Ad occhi chiusi.