Ai tempi del 486, quando la memoria dei computer si misurava in megabyte e l’hard disk aveva da poco smesso di essere un lusso, il mondo informatico era colorato e pieno di progetti che, a guardarli con gli occhi di oggi, fanno sganasciare dalle risate.
Fra questi ve n’è una ristretta cerchia che faceva sganasciare dal ridere utenti e analisti anche all’epoca del lancio. Dato però, che anche i flop e le invenzioni più stravaganti trovano albergo nel colorato mondo della nostalgia informatica, procedo a presentarvi Bob, l’interfaccia per analfabeti del computer di Microsoft.
L’esperimento data 1995, qualche mese prima del lancio di Windows 95. Gates lo definiva un “prodotto rivoluzionario, sviluppato per aumentare l’utilità, la facilità d’uso e il divertimento di usare il computer a casa”.
Per rendere il computer più accessibile alle masse – non dimentichiamo che di lì a qualche anno sarebbe partito un colossale boom del mercato PC – l’idea di Microsoft consisteva nel popolarlo di oggetti familiari, analoghi a quelli di uso comune in casa.
L’accesso al sistema avveniva quindi bussando a una porta, le applicazioni erano sparse nelle stanze più appropriate (salotto, studio), la rubrica era rappresentata come una vera e propria rubrica sistemata vicino all’abat-jour, l’orologio era in effetti poggiato sula libreria e così via.
Ogni azione era accompagnata dalle didascalie dell’odiosissimo, inutile e saccente cane che ci ha torturato per anni e anni sulla ricerca di XP, Rover, assieme all’allegra brigata di rompi##### ehm guide personali, tra cui ritroviamo anche il feroce clippy, terrore dei primi passi con excel, nemesi della mia povera CPU, che nella vita dei più è durato il tempo sufficiente per capire come disabilitarlo per poi sparire, non rimpianto.
Malgrado l’ancora relativamente involuta utenza informatica dell’epoca e l’ostilità delle prime interfacce grafiche, Bob fallì sul mercato perché fondamentalmente utilizzava un approccio idoneo alla prima infanzia per la soluzione di problemi che non appartenevano esattamente agli anni più verdi della vita.
Nelle parole di Harry McCracken (no, non è un parente di Zak), troviamo una sintesi illuminante: “[Bob] seems to be aimed at a six-year-old who has personal finances to manage“. Un pubblico target che definirei di nicchia.
Se tutto questo non fosse bastato per farlo affondare, aggiungiamo i requisiti di sistema piuttosto irragionevoli per l’epoca (486 con 8 mega di RAM, 30MB di spazio su HD libero, VGA a 256 colori) e un’implementazione dell’idea davvero fastidiosa, con l’assistente a turbare la quiete cerebrale dell’utente e innumerevoli, tremendi suoni a conferma di ogni azione. A ciò si sommava un prezzo elevato, 129 dollari, a cui aggiungerne altri 29 per l’imperdibile “Microsoft Great Greetings”, per creare biglietti e missive personalizzate.
Come risultato, il product manager di Bob fu dirottato su altre attività (fra cui diventare la moglie di Bill Gates) e il progetto – che tra l’altro non integrava, alla vigilia della rivoluzione di Internet, nessuna “ragnatela” per portare l’utente sul web – fu cancellato, lasciando per l’appunto tracce in XP – alla pressione del tasto F3 – oltre che in Office e nell’icona “nerd smiley” di MSN.
Il video sottostante vi porterà nella casa degli orrori. Per i più coraggiosi fra i fanatici del retrocomputing, è invece scaricabile, non so quanto legalmente, il programma originale.
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