Si accende un lumicino di speranza per quelli che, come me, non accettano di acquistare un telefono da 500 euro e dover rinunciare a una funzionalità data da anni per scontata su cellulari ormai quasi di primo prezzo: la possibilità di fruirne come modem, alias tethering.
Me ne sono occupato già in occasione del lancio di iPhone 3g, quando ho negato seccamente l’ipotesi di acquistarne uno dovendo poi tenere di riserva il fido N73 con un secondo piano dati, per potermi collegare da computer quando sono in giro.
Dopo la presentazione di ieri, in cui sono state introdotte numerose, interessanti feature, è stato chiarito in fase di Q&A che il tethering è una delle funzionalità in odore d’implementazione, ma richiede la cooperazione dei carrier.
Veniamo al nocciolo della questione. I carrier garantiscono l’uso come modem da parte di praticamente qualunque terminale dotato di funzione bluetooth. Perché ciò che è normale con altri smartphone di pari prezzo, con iPhone, quello che dovrebbe essere lo smartphone per eccellenza, diventa un’incognita?
Mi vengono in mente vari motivi, alcuni dipendenti da Apple, altri dai carrier stessi. Innanzitutto è possibile che Apple intendesse posizionare l’iPhone come un terminale Internet “autosufficiente” e volesse in questo modo incoraggiarne l’utenza ad un uso più estensivo sulla rete – non a caso ha sbandierato i dati sulla percentuale di traffico Internet mobile sviluppata da iPhone, facendone una leva per rafforzare il posizionamento del prodotto come Internet device di nuova generazione. Una motivazione un po’ bislacca direte, ma non sarebbe la più inspiegabile delle chiusure con cui Apple ha “torturato” la sua utenza negli anni.
In secondo luogo iPhone nasce per il mercato americano, che ha un’infrastruttura 3g meno matura di quella europea occidentale. Non sono rare lamentele contro i carrier USA relative alla scarsa qualità del servizio 3g erogato (condizioni aggravate da un traffico cresciuto a dismisura negli ultimi anni). Direte: se il problema è americano, perché escluderne anche l’Europa?
Il motivo mi pare meno arcano di quel che sembra a un primo sguardo. L’implementazione ufficiale di questa funzionalità per l’Europa, avrebbe facilitato hacking dall’altra parte dell’oceano, finalizzati a trasportare sui terminali USA la funzionalità proibita.
Dal momento che, usando il telefono in tethering, è facile che vengano scambiati molti più dati di quanti ne transitano per le linee durante una sessione via cellulare – in cui si naviga spesso in versioni ottimizzate dei siti, prive dei contenuti più “ricchi”, l’abilitazione del tethering avrebbe finito per mettere ancor più in ginocchio l’infrastruttura, degradando complessivamente il servizio.
C’è un altro fattore, che evidentemente fa comodo anche ai carrier di oltreoceano: la connettività venduta al pubblico si basa sul concetto di overbooking. Se io ho 10 unità di banda da vendere, ne vendo 20 contando sul fatto che a fine mese il consumo medio degli utenti non saturerà tutta la banda a loro a disposizione. Lo stesso discorso vale per il traffico prepagato: ne vendo 20 unità contando che solo una percentuale minoritaria lo userà in toto.
L’overbooking, aumenta la redditività delle risorse che il carrier acquista e rivende al pubblico e, in certi limiti, è legale.
Abilitando il tethering, in ragione delle constatazioni fatte precedentemente sulla tipologia di contenuti fruibili da telefono, gli utenti avrebbero probabilmente in media usato una fetta più abbondante del traffico loro destinato, diminuendo la redditività media dei contratti venduti.
A questo punto sorge spontanea una nuova domanda: perché questo discorso vale per iPhone e non per un qualunque altro smartphone? Anche qui la risposta sembra piuttosto intuitiva: perché iPhone opera in un certo senso in una nicchia di mercato. Ci sono utenti che non prendono minimamente in considerazione l’acquisto di uno smartphone qualunque e vogliono l’iPhone.
Gli utenti di smartphone esterni alla nicchia che, nel bene o nel male, iPhone ha creato, sono persone senz’altro meno fidelizzate rispetto a brand/prodotto, che fanno un semplice calcolo costo/benefici e che non digerirebbero a prescindere uno smartphone “castrato” di una funzionalità scontata da anni come il tethering.