Continuando il discorso telecamere e relativi supporti in campo cinematografico e televisivo, oggi analizzeremo, all’interno della rubrica settimanale Videodrome – ai confini del video, il funzionamento del Jib e del Jimmy jib.
Il Jimmy è un supporto per videocamera/macchina da presa costituito, essenzialmente, da: un braccio meccanico, una testa motorizza e remotata, un cavalletto su carrello.
Simile al dolly, il Jimmy Jib non prevede che l’operatore stia posizionato direttamente sulla pedana mobile; infatti, il controllo del braccio e della telecamera stessa avviene in remoto, tramite dispositivo esterno e monitor di controllo ripresa. La camera e il braccio vengono controllati semplicemente dall’operatore tramite un joystick.
Sistema estremamente pratico nel trasporto, leggero, facile da spostare nei cambi di scena (pratico soprattutto perché l’operatore non ci si deve sedere sopra). Come il più impegnativo dolly, il Jimmy può scorrere su binari o ruote gommate, inoltre le sue dimensioni ridotte ne permettono l’utilizzo in spazi ristretti.
Jimmy Jib:
Il braccio meccanico può raggiungere lunghezze considerevoli, anche fino ad una decina di metri. Il Jimmy Jib prevede un suo binario specifico, per motivi di dimensioni e sicurezza.
La testa meccanica e remotata montata su di esso, non permette comunque tutti i movimenti effettuabili tramite una normale testa cinematografica su dolly.
Il Jimmy Jib è una derivazione del Jib, che può essere descritto come un semplice boom (braccio di supporto) con una camera posizionata ad una estremità e con il blocco pesi bilanciamento e controlli all’altra. Il Jib permette movimenti verticali, orizzontali e una combinazione dei due e viene normalmente montato su un supporto tipo cavalletto.
Jib boom:
Largamente utilizzato in televisione, il Jimmy jib permette le famose riprese “aeree” in studio di registrazione, inoltre viene molto usato anche per le riprese di concerti. Popolarissimo per le riprese sportive e per grandi eventi. Il Jimmy è un brevetto dell’americana Stanton.