Qualche settimana fa il CEO di ARM, Warren East, ha avuto da ridire sulla scelta di Microsoft di non fornire Windows Mobile o CE per gli ormai imminenti netbook ARM-based.
Vorrei analizzare questa prospettiva alla luce delle discutibili mosse commerciali cui MS sembra apprestarsi riguardo la versione di Windows 7 pensata per netbook – per gli amici turkey edition dato il limite di applicazioni eseguibili contemporaneamente pari a 3.
Si tratta della netta castrazione di un OS che finora ha ottenuto consensi unanimi: una decisione che a Redmond non verrà di certo attuata a cuor leggero. È forse una strettoia commerciale difficilmente evitabile, nell’ottica del cronico problema di margini che accompagna fin dai primi vagiti il fenomeno netbook.
Davanti ai rischi di questa scelta, che impatta negativamente tanto sugli OEM che sulla clientela, c’è da chiedersi cosa impedisca a MS di usare una tecnologia OS di cui già dispone, che ha prezzi compatibili con quelli degli smartphone (spesso sotto i 400 Euro) ed è perfettamente integrata col suo ecosistema software.
C’è di più: le vere potenzialità del netbook ARM-based sono ancora tutte da scoprire. Con la prossima implementazione di soluzioni multicore Cortex A9, ARM è in procinto di offrire ai suoi parter prodotti di potenza pari se non abbondantemente superiore a quella di Atom, abbinati alla pletora di acceleratori grafici già disponibili e annunciati per il prossimo futuro.
Il tutto con una durata di batteria che si stima non eguagliabile neppure dal migliore dei prodotti Atom-based, e un prezzo altamente competitivo.
Sono questi vantaggi che a Microsoft di certo non sfuggono. C’è di più. Come ribadivo in un post speculativo sul prossimo “netbook” Apple, il netbook può essere inteso come estensione dello smartphone o riduzione del notebook. Un anno e qualcosa di mercato netbook, ha insegnato a tutti gli OEM che la seconda concezione comporta forti rischi di cannibalizzazione di prodotti appartenenti al segmento notebook entry level.
Dal punto di vista di MS, l’attuale incarnazione del netbook ha il nefasto effetto di interrompere la “virtuosa” rincorsa fra potenza HW disponibile e requisiti hardware. Lo stesso snaturamento del netbook, passato dall’essere la quintessenza della semplicità, ad un prodotto sempre più equipaggiato e costoso, non è stato abbastanza profondo da abbracciare il famelico (di risorse) Vista, particolarmente nel comparto CPU.
Ora che c’è Seven, piuttosto che limitarlo artificialmente per generare una segmentazione del mercato, varrebbe la pena di esplorare la “spontanea” segmentazione derivante dall’uso di un’architettura hardware differente, che eviterebbe tra l’altro l’impari competizione fra la turkey edition e le distribuzioni Linux full-featured.
Di più: questa scelta permetterebbe a MS di contenere l’avanzata di piattaforme come Linux e Android (ed eventualmente Apple) in un segmento, quello dei netbook ARM-based, che di potenziale ne ha, e che possiede forti contiguità con l’agguerrito mercato smartphone.
Davanti perlomeno alla curiosità che questi vantaggi dovrebbero suscitare, la scelta di restare fuori dal discorso ARM e spingere su Windows 7 turkey edition per Atom, sembra una strategia incomprensibile. Se non, ovviamente, alla luce della “special relationship” con Intel…