Donald Sadoway, ha presentato gli studi su un nuovo tipo di accumulatore che non batte nessun record di densità nell’immagazzinamento di elettricità ma che si pone come evoluzione alle largamente impiegate batterie con elettrodi al piombo.
Le batterie al nichel-cadmio e al litio con cui siamo abituati a rapportarci nell’uso quotidiano di computer, telefoni, fotocamere e ogni altro tipo di gadget, sono molto costosi e vengono utilizzati solo nei casi in cui la combinazione di capacità necessaria, potenza di picco erogabile e ridotte dimensioni li rendono necessari. Un larghissimo impiego però conoscono ancora le tradizionali batterie con elettrodi al piombo, per via di un costo decisamente conveniente, in rapporto alla capacità disponibile.
Queste nuove e per ora sperimentali batterie liquide conservano un basso costo di produzione ma vantano un’accresciuta capacità e durata nel tempo.
Non solo potranno rimpiazzare quelle al piombo in molti ambiti, ma potrebbero fornire un grosso aiuto allo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il problema principale con l’energia rinnovabile è l’impossibilità di immagazzinarla e conservarla. Finché il sole, l’acqua e il vento rappresenteranno una parte marginale della produzione energetica complessiva i problemi legati all’irregolarità dell’erogazione da queste fonti non rappresenterà un grande problema.
Poiché però greggio e uranio presentano sempre più importanti problemi di approvvigionamento sarà necessario col tempo destinare una fetta sempre più importante della produzione energetica alle rinnovabili. A questo punto se non si vorrà dipendere dalle condizioni atmosferiche come un galeone del ‘500 bisognerà ricorrere a qualche rimedio.
Un’idea proposta è quella di produrre idrogeno nei momenti in cui si presenta un surplus di produzione, per poi ovviamente utilizzarlo alla necessità.
Donald Sadoway allarga gli orizzonti di questo scenario, ipotizzando proprio questo tipo di utilizzo per le sue batterie, in sostituzione di vettori chimici.
In base ai risultati ottenuti fin’ora nelle sperimentazioni, si è calcolato che una distesa di batterie di 6 ettari potrebbe sopportare il picco di energia richiesto da una città grande come New York, ovvero circa 13 GW, un risultato davvero interessante.