Nell’inno all’Alta Velocità apparso recentemente su Repubblica.it, firmato da Ettore Livini, si parla di treni sparati a 300 km/h per tutta l’Europa, della nuova fantomatica generazione di TGV (che non esiste), ma sopratutto del grande successo della Freccia Rossa sulla tratta Milano-Roma.
Sì perché l’alta velocità sembra essere la nuova speranza per il traffico su ferro per tutto il vecchio continente, per rivitalizzare un mercato che farebbe fatica a sopravvivere con gli alti costi di mantenimento della rete e la limatura dei prezzi necessaria per far concorrenza ad aerei ed autobus. Ora chi ha paura di volare può starsene tranquillo in un serpentone sparato a 300km/h sotto l’appennino.
Non importa se i lavori per realizzare le linee sono durati dieci anni di troppo e sono costati più del tunnel sotto la Manica. Non importa se sono stati pagati allargando la voragine del nostro debito pubblico e se a guadagnarci non saremo noi. Ora è tempo di gioire, e che nessuno guasti la festa. Quello che non leggo mai da nessuna parte è che esiste un’alternativa ad aerei e missili rasoterra: internet.
Internet esiste e mette a disposizione tutti gli strumenti necessari per controllare e valutare il lavoro da remoto, permette incontri di lavoro e un coordinamento rapido ed efficace tra i membri di una squadra, molto più rapido di un aereo o di un ETR e andrebbe valorizzata. Oltre a permettere un abbattimento dei costi, risparmierebbe a tanti, ore ed ore di viaggio ogni settimana con evidenti vantaggi in termini di qualità della vita, con una minore richiesta di trasporto pubblico e privato, con conseguente abbattimento di emissioni e rumore.
È vero anche che il contatto umano nel lavoro è considerato indispensabile e non lo nego certo. Però tante barriere possono essere superate imparando le buone maniere telematiche, ovvero tutto quell’insieme di regole nato e cresciuto nell’esperienza informatica quotidiana, atto a ovviare ai limiti propri dei mezzi di comunicazione informatici, a partire dall’invenzione dello smiley in poi. Sarebbe già molto, senza parlare di tutti i prodotti a disposizione delle aziende per migliorare la comunicazione telematica.
Va poi detto che, così come il trasporto aereo e quello su rotaia, anche il web ha un suo costo importante in termini di impatto ambientale. Salire su una Freccia Rossa con l’intenzione di sfruttare il viaggio per lavorare connessi ad internet andrebbe considerato una follia. Viviamo in un sistema ecologico finito, che ha i suoi limiti e, il nostro Paese è in assoluto tra i più sovrasfruttati al mondo. Alla luce di questo non è da “spostati” o da visionari chiedere responsabilità nella riorganizzazione razionale ed efficiente del sistema dei trasporti nazionale, secondo criteri di interesse comune, dalla riorganizzazione dei centri abitati fino ai collegamenti tra le città. Un sogno sarebbe vedere il Ministero dei Trasporti lavorare insieme a quello per le Telecomunicazioni.