Lanciata nei primi di febbraio nella sua versione alpha, Tripshake è una startup italiana che si propone di offrire servizi in un settore fortemente competitivo come quello del travel, e della pianificazione online dei viaggi, in particolare.
Obiettivo ambizioso che Antonio Bonanno e Giorgio Montersino, fondatori dell’impresa, si prefiggono di raggiungere grazie ad una consistente dose di innovazione, visione e… coraggio, come è necessario che sia per ogni impresa, ancor più per una startup.
Tripshake ha due parole chiave: comunità, come qualsiasi startup 2.0 che si rispetti e semantica, cioè la possibilità di effettuare ricerche non per parole chiave, ma utilizzando un linguaggio quanto più naturale possibile. Cerchiamo di capire cosa c’è dietro queste due parole.
Comunità
Da un lato i viaggiatori, privati che cercano informazioni e consigli sulle destinazioni dei loro viaggi, e opportunità di programmare il proprio viaggio in maniera semplice e sicura online. Loro stessi, in molti casi, sono anche quelli che sono in grado di offrire consigli utili ad altri viaggiatori, sulla base delle loro precedenti esperienze, e conoscenze.
Dall’altro lato, ma non in contrapposizione, i professionisti, agenti ed agenzie viaggi che possono offrire aiuto, suggerimenti, formulare proposte.
Queste due figure possono operare gratuitamente, ed ottenerne entrambe vantaggi; i primi in termini di informazioni e risorse, i secondi in termini di visibilità e credibilità nell’ambito di una community di potenziali clienti.
Semantica
La semantica, branca della linguistica che studia il significato delle parole e dei segni, è la base su cui si sviluppa Tripshake, che vuole offrire la possibilità agli utenti di cercare le informazioni utili alla programmazione del loro viaggio, con un linguaggio simile a quello utilizzato normalmente, non basato su parlo chiave o codici di ricerca, ma semplicemente fornendo risposte alle domande.
Grazie alla semantica ed alla tecnologia adottata, Tripshake mette a disposizione dei propri utenti anche le informazioni disponibili su altri provider di servizi del settore viaggi. Aggrega quindi le informazioni e rende possibile.
Modello di business
Oltre alla pubblicità – sappiamo quanto sia difficile raggiungere i numeri necessari in termini di visitatori per avere attirare gli investitori – Tripshake punta anche su servizi a pagamento, come un mini-sito nella community, per professionisti ed agenzie. Probabilmente altre possibili fonti di revenue per il momento non sono state dichiarate per non scoprire tutte le carte subito.
Parole chiave per il successo
Uno dei primi ostacoli per il successo dell’iniziativa sarà sicuramente la massa critica di utenti necesaria a fare di Tripshake un punto di riferimento del travel online. Pochi utenti, poche domande, ma soprattutto poche risposte. Sono sicuro che Antonio e Giorgio stanno lavorando a questo, d’altronde siamo solo alla versione alpha.
Sono certo anche, che molte sorprese si nascondono dietro il lancio di Tripshake, ad esempio mi chiedo quali idee abbiano i due fondatori rispetto alle prospettive di integrazione del servizio con dispositivi mobili, e possibili partnership, in tal senso con altre piattaforme, da Dopplr a Brightkite, per finire con Google Latitude . Ma certo, non si può correre troppo, un passo alla volta.