Durante l’anno appena trascorso ci siamo occupati di alcune manifestazioni in cui diverse espressioni dell’arte contemporanea hanno trovato convergenza in unico ensemble catalizzatore delle attenzioni di un pubblico composto soprattutto da giovani.
E d’altra parte non è certo un mistero il fervente crescere d’interesse verso i nuovi media, social network e quant’altro come dimostrano gli stessi organi istituzionali, i quali creano pagine su Youtube o Facebook per relazionarsi direttamente col pubblico, senza intermediari.
Appunti Digitali ha cercato di documentare questo fenomeno così come ha cercato anche di seguire gli eventi che sapessero cogliere le nuove tendenze nella comunicazione e nell’arte digitale.
Una delle manifestazioni salite alla ribalta è senz’altro il PixxelMusic, tenutosi dal 10 al 12 dicembre a Gorizia.
Abbiamo avuto modo di parlarne, “a bocce ferme” e aggiungendo una panoramica sulla scena italiana, con uno degli organizzatori, Alice Ginaldi
Appunti Digitali: Partiamo da lontano, quando nasce il PixxelMusic e perché Gorizia?
Alige Ginaldi: Nasce tre anni fa, l’edizione 2008 è stata infatti la terza, complessivamente. Gorizia è stata scelta prima di tutto per la sua vicinanza a Nova Gorica che ospita la manifestazione da cui tutto è nato, ovvero Pixxelpoint. In secondo luogo, a mio modo di vedere, ci sono stati i presupposti come la presenza e ascesa della nostra associazione culturale Lucide che ha saputo cogliere al momento giusto le nuove proposte artistico-culturali
AD: Puoi dirci qualcosa di più di Lucide?
AG: è un’associazione culturale composta da giovani, studenti o neolaureati che nasce dalla passione per l’arte e la cultura e con l’intento promuovere eventi e dare un lavoro proprio agli studenti universitari.
D’altra parte il nostro stesso presidente ha 26 anni.
AD: Come si è strutturato il Festival di quest’anno?
AG: In tre giornate. La prima (il 10 dicembre) con il PixxelDinner, ovvero la cena ed il convegno annesso organizzato in cui relatori e mediatore hanno potuto riflettere e confrontarsi sul tema proposto quest’anno da PixxelPoint, riassunto nell’espressione “For God’s Sake”. E per concludere, serata al FlyClub con ospiti tra gli altri Congorock, promettente dj della nuova scena electro-dance italiana.
La seconda ha visto il workshop e performance serale di Mylicon EN e poi Eboman.
La terza ed ultima giornata ha concluso con il PixxelNite, durante il quale gli artisti si sono esibiti “suonando le immagini” attraverso le tecniche di djing e vjing.
Seppur in forme sempre più originali e con tecnologie molto particolari al centro della scena c’è sempre la musica.
AD: Se dovessi riassumere in breve scopo e target, soprattutto con riferimento al web utilizzato anche come mezzo di divulgazione del PixxelMusic cosa diresti?
AG: Lo scopo è quello di unire l’arte visuale con quella musicale proponendo nuovi artisti del panorama europeo. Si tratta sostanzialmente di newmedia art dunque riguarda le nuove forme di comunicazione, e spesso gli appassionati del web sono quelli che più si interessano anche di questa nuova branca dell’arte.
AD: E come sono stati secondo te i risultati dell’edizione 2008?
AG: Direi molto positivi, abbiamo riscontrato un trend crescente di pubblico ed il PixxelMusic è stato definito come uno dei quattro festival d’arte e musica digitale più importanti d’Italia.
Nel 2007. per esempio, abbiamo ospitato i creatori del Reactable, un tavolo interattivo usato anche nel tour Volta di Bjork; bene, quest’anno il loro Reactable era presente alla Biennale di Architettura di Venezia.
Nell’edizione da poco trascorsa abbiamo potuto ammirare Eboman (ndr: la cui performance è visibile con il video sottostante, linkato da Youtube) il quale, attraverso una tutina con dei sensori particolari, solo muovendo il corpo remixa e campiona dal vivo semplicemente muovendo il corpo.
AD: Spostiamoci infine proprio sulla scena italiana da te citata in precedenza. In Italia c’è sempre stata molta attenzione all’arte ma principalmente rivolta ai grandi personaggi del passato, con una scarsa propensione ad investire cercando di innovare in questo settore (cosa che si riscontra anche in altri ambiti della società). Sei d’accordo con chi afferma che, negli ultimi anni, l’Italia stia cercando di stare al passo degli altri Paesi?
AG: Diciamo che c’è molta buona volontà ma è difficile scrollarsi di dosso in qualche modo il retaggio del passato. Occorrerebbe fare molto di più per cercare di stare al passo di altre nazioni ma la fortuna/sfortuna, croce/delizia di essere un Paese con una forte componente storico-artistica legata al proprio passato spesso ci lega le mani e chiude le menti di molti.
AD: Possiamo dire quindi che in realtà di eventi come il PixxelMusic non ce ne siano poi molti?
AG: No numericamente ce ne sono, forse anche troppi. Il problema è che non sono spesso all’altezza delle premesse. E l’arte digitale è sicuramente una branca dell’arte che non è totalmente integrata con lo “star system” della contemporary art.
Chiaramente, quindi, se gli investimenti non sono adeguati è poi difficile produrre ed esporre al pubblico un prodotto di qualità, come per tutte le manifestazioni.
Ringraziamo Alice Ginaldi per la disponibilità e con l’augurio che PixxelMusic, così come il Festival della Creatività che abbiamo documentato ed altri eventi che colleghino i nuovi media con le espressioni dell’arte dei nostri giorni e non solo, diano impulso a tutto il movimento italiano.