Non tanto tempo fa mi ero occupato di quanto possono essere pericolosi i moralisti. L’ossessione per la pedofilia istigata dall’ignoranza in fatto di nuove forme di comunicazione, continua a ispirare e a legittimare chi sogna il ritorno dell’inquisizione per punire con la morte anche chi si mette le dita nel naso.
Questa volta a rischiare la galera, colpevole di voler giocare con la propria sessualità, è un gruppo di sei adolescenti tra i 14 e i 17 anni residenti in Pennsylvania. Tre ragazze si divertivano a inviare foto scattate col cellulare ad altrettanti loro coetanei, in cui si ritraevano nude o seminude.
Il tutto avveniva segretamente tra i ragazzi finché, un malaugurato giorno, il telefono di uno dei tre maschietti veniva sequestrato a scuola, per l’uso che ne veniva fatto in classe “non conforme alle regole scolastiche”. Procedendo all’ispezione del telefono (con quale autorità poi?) sono state scoperte le foto e si è provveduto a denunciare il “peccato capitale” alle autorità.
Ora i sei rischiano grosso, con sulla testa l’accusa pendente per “produzione e diffusione di materiale pedopornografico”.
A questo punto credo sia possibile davvero tutto. Perchè non denunciare con l’accusa di sequestro di persona chi sale sale sull’autobus senza aspettare la discesa di chi aveva prenotato la fermata, o magari con l’accusa di tentato omicidio chi vende alimenti ad alto contenuto di grassi saturi? Ah già, negli Stati Uniti lo hanno già fatto.