Oggi, per Videodrome – ai confini del video, parleremo di cinema e di festival anzi, di un festival in particolare: il Sundance Film Festival – 15-29 gennaio 2009.
Il Sundance, conosciuto anche come il festival di Robert Redford, è un importante festival che si tiene ogni gennaio a Park City, una ridente cittadina di periferia nello Utah. Da anni ormai è diventato il più importante incontro e trampolino di lancio per il cinema indipendente americano (e non solo), attento non solo alla produzione di film ma anche alla distribuzione, alle tecnologie e alle nuove possibilità di mercato.
Nell’edizione 2009, tutt’ora in corso, uno degli argomenti più discussi, presentato anche in una tavola rotonda, è: il futuro dell’industria dell’intrattenimento nell’era digitale. Nulla di nuovo se non fosse che alla tavola rotonda organizzata tra una proiezione ed un’altra, hanno partecipato anche delle personalità del calibro di: Chad Hurley, Jason Kilar e Reed Hastings; rispettivamente CEO di Youtube, CEO di Hulu e CEO di Netflix.
Tutti insieme allegramente.
Nonostante idee differenti su come le varie aziende vedano il consumatore futuro, i conferenzieri si sono trovati tutti sostanzialmente d’accordo su un punto fondamentale: gli utenti e il loro controllo.
Sono finiti i bei tempi quando una televisione decideva un programma da mettere ad una certa ora, per far vedere ai “consumatori” quel determinato programma scelto secondo specifiche logiche di mercato. Adesso le cose, in Italia ovviamente siamo ancora un pochino indietro, stanno radicalmente cambiando; gli utenti possono scegliere il contenuto che più gradiscono e vederlo, magari in streaming, in qualsiasi momento della giornata ed inoltre, cosa non secondaria, possono vederlo su un qualsiasi supporto da loro prescelto.
Una sorta di rivoluzione on-demand.
Ed è proprio da questa riflessione che nasce una delle principali considerazioni, forse ovvia ma mai affrontata, fatte nello Utah: “oggi, Il sistema di trasmissione lineare (Broadcasting), sta scomparendo” e la cosa sta accadendo anche sorprendentemente in fretta, basti pensare che la fetta di mercato che attualmente “tira di più” per Youtube è rappresentata dai video da guardare sul proprio cellulare.
Molti dei film proiettati nel corso di questa edizione del Sundance Film Festival verranno sicuramente visti da un largo numero di americani, milioni, senza contare il successo che riscuoteranno nelle sale internazionali. Questo ovviamente impone una distribuzione internazionale di un certo spessore perciò, attualmente, i filmmaker che riusciranno a distribuire i propri lavori in maniera economica via Web, colpiranno nel segno, arriveranno cioè direttamente al mercato più ambito, la comunità degli spettatori della rete.
Inoltre, Kilar ha fatto notare l’importanza del social-networking; Facebook o Myspace possono essere facilmente inseriti (o almeno alcune delle loro funzionalità) su siti come Hulu o Youtube, raggiungendo potenzialmente ogni singolo individuo. Cosa impossibile da realizzare con qualsiasi altro tipo di strumento classico. Inoltre, tutto questo apre a nuove possibilità di scelta dei contenuti; potendo scegliere in base a consigli, opinioni, recensioni tra utenti sarà sempre più facile soddisfare le proprie esigenze “al primo colpo”.
Il concetto di fondo è che bisogna concentrasi sul singolo utente e sulla singola esperienza di fruizione del prodotto. Non cambia il luogo della visione, il salotto va ancora benissimo, ma cambiano i supporti e, soprattutto, i canali di diffusione.
La tecnologia c’è, basta solo la volontà per applicarla. Gli utenti sono pronti, è tempo di allargare le offerte di broadband e Wi-Fi e di aprire nuovi business, magari sperimentando un tipo di distribuzione che preveda l’uscita di un nuovo film in DVD e in internet allo stesso tempo della prima al cinema.
Per vedere alcuni video degli interventi durante la tavola rotonda: LINK