La Toyota Prius è stata la prima ibrida ad affacciarsi nel mercato molti anni fa, e anche di gran lunga la più venduta. Sorpassando polemiche e diffidenze, ha trovato la strada per la sua piccola fetta di mercato in Europa ed è diventata oramai un fenomeno di costume negli USA.
Toyota in questi giorni ha presentato al mondo la terza generazione della Prius, che sarà in vendita dal prossimo anno. Il nuovo modello è completamente rinnovato, ma nel segno della continuità.
Gran parte dell’auto è stata riprogettata per migliorare sicurezza, abitabilità, consumi e prestazioni e anche l’estetica è stata profondamente rinnovata anche se non tradisce le sue antenate.
Lo scopo dei designer è stato evidentemente adeguare la Prius alle accresciute esigenze di sicurezza per occupanti e pedoni, senza snaturare il family feeling. Così un frontale bombato, nato per accogliere morbidamente i passanti apre le linee che proseguono lungo i fianchi con una linea di cintura piuttosto alta, tipica di tutte le auto moderne, che la fanno sembrare più massiccia.
Un telaio irrobustito non ha impedito di ingrandire il bagagliaio e migliorare l’abitabilità, in un ambiente completamente ridisegnato.
Venendo però al sodo, le novità più interessanti sono sicuramente tra le ruote anteriori, dove si nasconde un sistema ibrido completamente riprogettato. Il motore a scoppio passa da 1.5 a 1.8 cc con una potenza portata a ben 96 CV e in coppia con il motore elettrico (anche questo nuovo) si arriva a 134CV.
Il cambio CVT a variazione continua e tutto il complesso reparto di trasmissione sono stati sottoposti a cure dimagranti che hanno permesso di risparmiare il 20% del peso, con immaginabili guadagni in termini di efficienza.
Le prestazioni sono migliorate e nelle accelerazioni da 0 a 100 è stato guadagnato quasi un secondo rispetto al modello attuale, con il tempo che si ferma a 9,8s.
I consumi sono stati migliorati se pur di poco: per la futura Prius, Toyota dichiara 4,7l/100km, contro i 5,1 dell’attuale.
Alcune indiscrezioni vogliono poi tra gli optional un pannello fotovoltaico installato sul tetto, che oltre ad aiutare a limare i consumi potrà essere sfruttato a macchina spenta, per tenere in funzione il climatizzatore.
Un bel giocattolo dal sapore avveniristico, specialmente in previsione della crisi petrolifera, soltanto rimandata dalla situazione economica mondiale, ma che può apparire una reale rivoluzione soltanto negli Stati Uniti, in cui le auto più economiche montano un 1.8 litri a benzina, che se va bene impiegano 10 litri per coprire i 100km.
Io continuo a pensare che i sistemi complessi come le motorizzazioni ibride sono principalmente sinonimo di masse importanti. Per come la vedo io i costruttori di auto dovrebbero prendere esempio dalla Ferrari e lavorare principalmente sull’efficienza del motore (elettrico o a combustione interna) e sul contenimento dei pesi.
Se si considera che alleggerire può significare anche diminuire i costi di produzione, eliminando i fronzoli magari, ma anche maggiore sicurezza e divertimento di guida, mi tocca bocciare, ancora una volta, la strada imboccata da Toyota.